Dopo il tentativo delle settimane scorse di placare gli animi, quando il presidente aveva affermato di voler rivedere le accise sul prezzo del greggio (tentativo decisamente fallimentare), Macron tenta adesso di riconquistarsi la fiducia dei Gilet gialli dichiarando che la loro rabbia è giustificata. Questo però fa sorgere dei dubbi sulle notizie emerse nei giorni scorsi, in particolare in relazione al presunto golpe celato dietro la protesta.
I Gilet Gialli intanto non hanno intenzione di fermarsi e continuano ad occupare le strade.
Il discorso di Macron per i Gilet Gialli
Alle ore 20 di ieri sera, 10 dicembre, il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato nel tentativo di riguadagnarsi la fiducia di quella parte della nazione decisamente contraria al suo operato. Secondo l'Ansa sono stati ben 21 milioni coloro che hanno seguito il discorso.
Il Presidente ha detto che la rabbia dei Gilet Gialli è giustificabile e condivisa da molti, ma che non si può accettare la violenza. Ha anche affermato che, a differenza di quel che si dice, lui è il portavoce del popolo e non delle lobby finanziarie. Questa posizione è però vista da molti con profondo sospetto, poiché basta leggere il curriculum pubblico del presidente o la sua pagina wikipedia per notare subito il ruolo occupato in passato in ambito finanziario, in particolare come funzionario nella banca d'affari Rothschild & Co.
Macron ha ora promesso che ci saranno aiuti ai redditi e alle pensioni più basse, e una rinnovata lotta all'evasione fiscale. Ha concluso dicendo di essere cosciente di aver fatto male ai francesi con alcune sue dichiarazioni passate, ma che la sua unica preoccupazione è la Francia.
Il Golpe che non c'è
Queste dichiarazioni aprono inevitabilmente una serie di riflessioni.
Prima tra tutte: il presunto Golpe di cui si era parlato nei giorni scorsi, temuto per la giornata di sabato. I Servizi segreti francesi, amplificati da tutti i principali media e giornali, avevano allora annunciato di temere che dietro le proteste dei Gilet Gialli vi fossero reali intenzione di colpo di stato da parte di forze politiche avverse a Macron.
Questa accusa, decisamente pesante, apriva retroscena non indifferenti e caricava la protesta di significati molto gravi. Se fosse stato dimostrato un autentico intento sovversivo, c'era davvero di che preoccuparsi, dal momento che non è un evento di tutti i giorni il verificarsi di Golpe in uno dei principali paesi democratici dell'occidente.
Adesso però che il temuto sabato è passato e non si è verificato niente di sconvolgente (o quantomeno, non si sono verificati colpi di stato o eventi destabilizzanti), e, inoltre, adesso che Macron stesso ha affermato addirittura che la protesta è condivisibile, sorge ancor più prepotentemente il dubbio che le voci di presunti colpi di stato imminenti fossero state diffuse soltanto per delegittimare la protesta e farla apparire parte di un movimento pericoloso e anti-democratico.
Occorrerebbe dunque fare una riflessione al riguardo con grande attenzione, perché se non sono accettabili colpi di stato in paesi democratici, al tempo stesso non lo sono neanche le accuse di intenti golpistici verso una protesta invece "condivisibile e giustificabile". Le autorità che contrastano una protesta popolare accusandola di essere parte di un complotto contro lo stato fanno qualcosa di molto grave, se quel complotto non esiste.
I Gilet Gialli continuano le proteste
Golpe o non Golpe, Macron a favore o Macron contro, sta comunque di fatto che i Gilet gialli non hanno alcuna intenzione di abbandonare la protesta.
Alle rotatorie e ai pedaggi delle autostrade di molti dipartimenti è confermata anche per oggi la loro forte presenza.
Se dunque le parole di Macron avevano l'obiettivo di gettare acqua sul fuoco, per il momento la risoluzione definitiva del contrasto è ancora lontana dall'essere raggiunta. Secondo i sondaggi, inoltre, la protesta dei Gilet Gialli è condivisa dalla maggioranza dei francesi. La popolazione infatti trova le posizioni della protesta ampiamente condivisibili.
L'insofferenza per il governo di Macron si fa in sostanza sempre più forte, e il presidente presentatosi come il "nuovo nella Politica" è visto da una fascia di persone sempre più ampia come il vecchio potere politico sotto mentite spoglie.