Tempi duri per liberi professionisti, magistrati, manager d’azienda, medici, notai, dirigenti, commercialisti e per tutti gli appartenenti a categorie ritenute, almeno un tempo, privilegiate. Il governo formato da M5S e Lega, infatti, si appresta a dare una bella sforbiciata alle cosiddette pensioni d’oro, quelle cioè sopra i 90mila euro all’anno. L’emendamento sforbicia-Pensioni è già al vaglio del Senato e, allora, i rappresentanti dei pensionati d’oro, si sono riuniti a Milano sabato scorso, al Teatro Nuovo. L’occasione era “l’incontro organizzato dalla Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità”, ma i presenti assomigliavano più a dei barbudos rivoluzionari, tanto era il livore nei confronti di politici definiti “Robin Hood da strapazzo” al grido di “resistere, resistere, resistere”.

I membri del governo gialloverde sono dei ‘Robin Hood da strapazzo’

Ai più che benestanti professionisti delle arti italiane non va proprio giù il previsto taglio delle pensioni d’oro promesso, e ora messo in atto, dal governo gialloverde. Mentre il resto degli italiani naviga nell’oro della disoccupazione e della precarietà, queste categorie di privilegiati rischiano adesso di non riuscire più a mettere insieme il pranzo con la cena. Tutta colpa di quei “Robin Hood da strapazzo” insediati a Palazzo Chigi che si sono messi in testa di mettere loro le mani in tasca per appropriarsi delle loro pensioni che, a loro dire, non sarebbero d’oro, ma “di rame”. Il convegno milanese, insomma, ha fatto emergere un’Italia che non ci sta a perdere nemmeno un centesimo degli enormi privilegi goduti in questi anni.

Le opinioni dei partecipanti al convegno

Lo slogan principale diffuso tra le barricate approntate al Teatro Nuovo di Milano da manager e professionisti, pronti alla guevariana guerra di guerriglia contro gli affamatori di M5S e Lega, era che quei soldi, quelli delle loro pensioni d’oro, se li sarebbero guadagnati, senza rubare nulla.

Tra i più accesi rivoluzionari della pensione d’oro c’era un certo Fulgenzio Ierino, medico 77enne, secondo il quale Salvini e Di Maio sarebbero persone che prendono “i soldi a chi è stato leale con l’Italia” per darli “a chi non li merita” (forse Ierino si riferisce al reddito di cittadinanza ndr). Giuseppe Roma, ex direttore generale del Censis, parla invece di “invidia sociale”.

Giuseppe Rossi, membro dell’associazione magistrati e avvocati in pensione, riprende lo slogan “resistere, resistere, resistere”, coniato dal magistrato milanese di Mani Pulite Francesco Saverio Borrelli. Un afflato rivoluzionario degno dei migliori Castro, Lenin o Mussolini, portato alla massima potenza dall’ex dirigente Giuseppe Ambrosioni che paragona la categoria dei pensionati d’oro ai gilet gialli, annunciando “lotta dura”.