Reddito di cittadinanza ancora al centro di polemiche e infinite richieste di informazioni da parte dei cittadini, per sapere come funziona, nel dettaglio, l'ormai famoso provvedimento a sostegno dei disoccupati che è stato, indubitabilmente, il cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle durante la campagna elettorale scorsa, che lo ha portato a governare il Paese in contratto di governo con la Lega del 'Capitano' di nuovo corso Matteo Salvini.

'Folla' nei centri per l'impiego per il reddito di cittadinanza

Fin da marzo-aprile 2018 nei centri per l'impiego di è registrata la fila di cittadini, desiderosi di sapere qualcosa di più sulle modalità per presentare la domanda.

Si parlava di 780 euro mensili da erogare ai disoccupati, ma nel tempo si sono ipotizzati molti "paletti' che hanno confuso non poco le idee alla pubblica opinione. Il ministro del lavoro Di Maio rassicura tutti, dicendo che il reddito di cittadinanza si farà e partirà a marzo 2019, ma Giorgetti (Lega) nei giorni scorsi ha manifestato perplessità. Il partito non apprezza particolarmente tale provvedimento. La Lega crede nel lavoro, non nell'assistenzialismo. Per Giorgetti i tempi del Welfare sono superati dalla storia. Su questo punto bisogna riconoscere che M5S e Lega non sono mai stati molto in sintonia.

Di Maio e il reddito di cittadinanza

Anche se le vicende legate ai presunti abusi edilizi del padre di Di Maio hanno messo in queste settimane a dura prova la credibilità del vicepremier, il capo politico di M5S tira dritto.

Anche se l'Europa rema decisamente contro, e ha imposto una revisione del deficit riducendolo dal 2,4% al 2,04%, Di Maio sa perfettamente che non condurre in porto l'ormai famoso reddito di cittadinanza vorrebbe dire tradire un elettorato che già da troppo tempo sta aspettando i fatti concreti. Si sta cercando di accontentare l'Europa limando il provvedimento, limitando l'erogazione a chi in banca ha meno di 5mila euro.

Oppure escludendo chi è proprietario di un'abitazione. A ben guardare, a conti della serva fatti, tra chi vive in affitto e chi ha una casa sua c'è una bella differenza in termini di qualità della vita, al di là del fatto che la persona abbia la fortuna di avere un lavoro. In ogni caso Di Maio in queste ore ostenta sicurezza: lui il contratto di governo lo ha fatto con Salvini, mica con Giorgetti.

A questo punto, per quanto riguarda l'ormai leggendario reddito di cittadinanza, si farà, non resta che aspettare: di tempo ne è passato fin troppo, ma per Di Maio non ci possono essere dubbi di sorta. A fine marzo il provvedimento partirà, perché questo prevede il contratto di governo.