In questi giorni il noto attore lucano Rocco Papaleo sta facendo diverse apparizioni televisive, in particolare nella serata di ieri 20 dicembre è intervenuto su Rai1 a "Sanremo Giovani", dove ha annunciato che sarà lui a condurre il Dopofestival in occasione del prossimo Festival della Canzone Italiana a febbraio 2019.

Mentre nella tarda mattinata di questo venerdì 21 dicembre, in occasione della promozione del suo nuovo film "Moschettieri del Re", in uscita questo 27 dicembre, Papaleo è stato ospite su La7 a "L'aria che tira" assieme al regista del film Giovanni Veronesi.

Rispondendo ad alcune domande della giornalista Myrta Merlino, l'attore e il regista sono ben presto entrati anche in argomenti politici, esprimendo alcuni pareri su vari esponenti del Governo e dell'opposizione.

Papaleo: 'Migranti? Il dibattito si è cristallizzato su questione non principale. Sono depresso per Paese'

In particolare, interpellato sul tema dei migranti, Papaleo ha detto: "Noi abbiamo idee un po' sovversive, gli artisti devono esserlo. (...) A parte gli scherzi, noi abbiamo posizioni più umanitarie, questa 'caccia alle streghe' mi sembra un po' eccessiva. E' come se il dibattito si fosse cristallizzato su una questione che non è quella principale. Mi sembra che i temi siano altri.

Ma non mi va troppo di parlare di questo: è un momento in cui sono un po' depresso per la questione del nostro Paese".

Facendo alcune battute sui protagonisti della scena Politica, Papaleo ha poi aggiunto: "Il premier Conte mi pare che si sia emancipato. (...) Nel cinema Salvini lo paragonerei a Bud Spencer, è quello che mena di più e che fa più figura.

(...) Di Maio è abbastanza furbo, è astuto: lui ha un progetto, voglio sperarlo", ha aggiunto ironicamente.

'Renzi ci ha illuso, l'ho votato ma poi le cose sono degenerate: ora crediamo in Zingaretti'

Quando la conduttrice ha domandato a Papaleo e Veronesi se possono definirsi "uomini di sinistra", entrambi hanno confermato di esserlo.

Poi in particolare l'attore lucano si è soffermato sulla situazione del Partito Democratico, affermando: "Parlo spudoratamente, mi ricordo quando Matteo Renzi è sbucato. Lui ci ha illuso. Io gli ho creduto e l'ho anche votato. Però poi le cose sono degenerate in qualche maniera, per colpa sua e non solo: non mi sento di approfondire. Mi sembra che Zingaretti sia un uomo nuovo e mi pare che stia facendo un buon lavoro. (...) Dobbiamo crederci". Tema su cui Giovanni Veronesi ha concluso: "Renzi è stato, Zingaretti sarà".