Non si placano le vibranti polemiche sull'arresto di Cesare Battisti: gli avvocati della Camera penale di Roma intendono presentare un esposto-denuncia, riguardo al video che lo ritrae durante il suo arrivo a Roma, che il ministro della Giustizia pentastellato Bonafede ha reso pubblico, postandolo su un noto social network e ricevendo molti commenti polemici dal "popolo del web". L'uomo, lo ha sottolineato anche la giornalista Myrta Merlino nella trasmissione "L'aria che tira" di oggi, viene di fatto esibito come una sorta di trofeo, per significare che la Giustizia in Italia funziona (Battisti però è stato arrestato dall'Interpol).

Battisti ha subito una violazione della privacy?

Nelle immagini si può vedere Battisti ripreso perfino in un momento delicato come quello della rilevazione delle impronte digitali. L'uomo deve scontare l'ergastolo per quattro omicidi e si trova ora ristretto nel carcere sardo di Oristano, dopo essere stato estradato dalla Bolivia, dove aveva cercato rifugio. Tutto questo però non giustifica una certa sovraesposizione mediatica di un uomo che oggi si definisce stanco e malato.

La gestione dell'arresto di Battisti non è piaciuta a molti osservatori

Negativi sono stati altresì i commenti in merito da parte di David Ermini, vicepresidente del Csm (Consiglio superiore della Magistratura), e di Mauro Palma, garante dei detenuti.

Parole di censura sono arrivate anche da parte dell'Associazione Antigone, che si occupa dei diritti dei detenuti. La spettacolarizzazione mediatica dell'evento è stata molto criticata anche da diversi esponenti del PD. Il rispetto dei diritti umani prevede infatti l'adozione delle opportune cautele per tutelare i detenuti dalla morbosa curiosità di terzi.

Il video postato dal ministro Bonafede inoltre mostrerebbe il viso di un agente sotto copertura, esponendolo così a dei rischi.

Oltre a Battisti ci sono ancora tanti latitanti ancora da arrestare

Se Battisti è stato individuato ed arrestato in Bolivia, dove era giunto dal Brasile, va detto che sono ancora molti i latitanti da riportare in Italia, addirittura 27.

Tra questi ci sono Amedeo Matacena, Giorgio Pietrostefani, Enrico Villimburgo, Marina Petrella, Claudio Lavazza, Narciso Manenti. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha dichiarato che sarà fatto di tutto per estradarli al più presto, ma naturalmente per queste operazioni la burocrazia ha i suoi tempi.