Gregorio De Falco proprio non ci sta a scendere di bordo, né dal parlamento (dal quale dovrebbe dimettersi dopo l’espulsione subita dal M5S), né tantomeno dal circo mediatico, del quale da pochi giorni è divenuto assoluto protagonista nei panni dell’onesto cittadino vessato dai dittatori a 5 Stelle. Per questo, l’umo divenuto famoso per aver urlato contro il capitano della Costa Concordia, Francesco Schettino, decide di rilasciare la sua ennesima intervista, stavolta al berlusconiano Il Giornale, diretto da Alessandro Sallusti. De Falco, per prima cosa, non accetta un’espulsione considerata ingiusta.
Si dichiara persona di sinistra e critica gli ex compagni del Movimento per essersi appiattiti troppo sulle posizioni di destra della Lega. Infine, prevede un futuro incerto e breve per il governo gialloverde.
Gregorio De Falco non ci pensa proprio a scendere di bordo dal parlamento
Intervistato dalla giornalista Chiara Giannini, Gregorio De Falco considera assolutamente non “esaustive” le motivazioni alla base della sua espulsione dal M5S. Nessuno, infatti, avrebbe avuto il coraggio di firmare il provvedimento nei suoi confronti, dando la responsabilità generica ai cosiddetti “probiviri”. Una procedura illegale, commenta De Falco che, però, subito dopo, si tradisce ammettendo che il codice etico pentastellato prevede che i parlamentari siano tenuti ad assicurare il loro voto di fiducia se il presidente del Consiglio, come nel caso di Giuseppe Conte, faccia parte del M5S.
Non nel suo caso però, chiosa furbescamente il capitano della Marina, perché Conte a Palazzo Chigi è la conseguenza di un accordo con la Lega che, soprattutto sul punto del Decreto Sicurezza, va contro il programma elettorale pentastellato.
Con i sindaci ribelli contro il Decreto Sicurezza
Insomma, tanto per farla breve, nella vicenda dei sindaci ribelli contro Salvini sul Decreto Sicurezza, capitanati da quello di Palermo Leoluca Orlando, Gregorio De Falco decide di schierarsi senza esitazioni con i primi perché, dichiara, “i sindaci stanno facendo ciò che giocoforza si deve fare.
Per far sì che emerga l’incostituzionalità è necessario lo dica la Corte costituzionale”. Lui si dichiara uomo di “sinistra” e critica la scelta dei vertici del M5S di aver tradito il mandato dei suoi elettori, in gran parte provenienti dal campo del centrosinistra, per appiattirsi sui temi proposti dalla Lega. Per questo i pentastellati starebbero perdendo voti.
Il futuro di De Falco: Gruppo Misto o Pd?
Per quanto riguarda il suo futuro politico, Gregorio De Falco sembra avere le idee chiare. Intanto rivela che si farà seguire da un avvocato nella vicenda, optando almeno inizialmente per il Gruppo Misto del Senato, come impone il regolamento. Nel Pd, almeno per il momento, non vede “alcuna possibilità”, perché è ancora “ostaggio di Renzi”. Ma in futuro chi sa. Fatto sta che nel M5S, accusa, i parlamentari non hanno spazio di parola, ma sono costretti a votare i provvedimenti dopo aver ricevuto indicazioni dall’alto, anche se di nomi precisi non ne fa. L’intervista al capitano che non scende di bordo si conclude con una fosca previsione da uccello del malaugurio: “Dopo le Europee penso cambierà qualcosa, il contratto non regge, è un paravento”.