Per tornare a tensioni così palpabili tra Italia e Francia bisognerebbe sconfinare in ambito calcistico volendo scomodare ambiti meno "seri" o andare indietro nella storia di almeno cinquant'anni. Oggi il dato di fatto è che tra Parigi e Roma i rapporti sono sensibilmente minati da quanto sta avvenendo nelle ultime settimane. Da un lato c'è l'Italia che accusa la Francia di neocolonialismo, dall'altro c'è Parigi che non si preoccupa di parlare di "lebbra" in riferimento a chi governa in Italia e ritira il proprio ambasciatore. Oggi però si vuole provare a capire cosa ci sia davvero dietro questa acredine innalzatasi fino ai massimi storici da quando al governo si è insediato l'esecutivo guidato da Lega e Movimento Cinque Stelle.
In tal senso a provare a mettere ordine alla vicenda ci ha pensato Il Sole 24 Ore che ha provato a racchiudere in un'indagine giornalistica quelli che sarebbero i punti della discordia o comunque della tensione che rappresentano l'humus su cui si stanno sviluppando scambi dialettici poco simpatici.
Tav e rifugiati politici sotto osservazione
Il primo punto su cui Parigi e Roma non riescono a trovare intesa è quello legato alla Tav. La verità è che, però, al momento la posizione italiana non è chiara: perché la Lega ci punta, mentre il Movimento Cinque Stelle continua a non averne un'opinione positiva e si trincera dietro l'idea di affidare ai tecnici la decisione finale grazie ad un'analisi costi benefici.
La Francia è pronta a far valere le penali in caso di rinuncia. Il secondo punto, invece, riguarda la scarsa simpatia della Lega nei confronti di Parigi dove tanti brigatisti rossi e terroristi degli anni di piombo hanno trovato rifugio. Salvini ha recentemente dichiarato come oltr'Alpe ci siano quindici terroristi che bevono champagne grazie alla cosiddetta "Dottrina Miterrand" che ha dato riparo a tanti rifugiati politici italiani.
Libia, migranti e non solo nello scontro
È sotto la luce del sole l'opinione italiana nei confronti di una Francia che, secondo il governo, non mantiene gli impegni relativamente all'accoglienza dei migranti. A ciò si aggiunge l'opinione sbandierata secondo cui la situazione in Libia sia strettamente legata alle politiche messe in atto dalla Francia qualche anno fa che hanno portato alla destituzione di Gheddafi e a tutte le conseguenze che ne sono derivate in merito al controllo dei flussi migratori.
Parigi guarda, inoltre, con sospetto alla politiche economiche italiane, dato che un'eventuale frenata rappresenterebbe un duro colpo per gli istituti bancari transalpini che hanno interessi significativi in Italia: Bnp Paribas e Credit Agricole. Lega e M5S, inoltre, guardano con sospetto all'asse Parigi-Berlino fortificato e possibile anticamera di un isolamento italiano rispetto alle revisione di alcuni tratti europei. Infine, ma non per importanza, resta in ballo la questione Stx-Fincantieri. Parigi non ha gradito l'acquisizione da parte dell'azienda italiana (di proprietà del goveno) del 33% del pacchetto azionario. In attesa che gli enti preposti si pronuncino sulla questione, risulta un altro motivo di scarsa simpatia.