Risulta necessario “revocare con effetto immediato le centinaia di Pensioni corrisposte a cittadini della ex Jugoslavia” che lo Stato italiano versa ad ex partigiani titini secondo un accordo firmato dai due Stati nel 1957. I protagonisti delle persecuzioni contro gli italiani dalmati e giuliani, massacrati a migliaia e gettati nelle foibe, dovranno anche restituire quanto ricevuto finora come pensione. È questo, in poche parole, il contenuto di una interrogazione parlamentare, depositata alla Camera dei Deputati dai due onorevoli di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone e Walter Rizzetto (ex M5S), insieme al collega di Forza Italia, Germano Pettarin.

L’atto ufficiale è indirizzato al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, in quanto titolare del ministero competente in materia, ma i suoi autori vorrebbero che tutti i parlamentari della Repubblica italiana condividessero la loro iniziativa.

La denuncia di Mollicone: 'Pensioni erogate a personaggi responsabili di efferati delitti’

Il deputato Federico Mollicone di F’dI, primo firmatario dell’interrogazione parlamentare in questione, giudica “moralmente e politicamente inaccettabile” il fatto che lo Stato italiano, tramite l’Inps, continui a pagare le pensioni a quelli che lui stesso definisce “personaggi corresponsabili di efferati delitti”. Il parlamentare di Giorgia Meloni fa riferimento alla pratica, ancora in atto, di erogare contributi pensionistici a persone che, al tempo della Seconda guerra mondiale, erano italiani, ma che poi divennero cittadini della ex Jugoslavia, governata nel dopoguerra dal maresciallo comunista Tito.

Queste perone operarono come partigiani titini anche in Italia tra l’8 settembre del 1943 (data dell’Armistizio firmato dal maresciallo Badoglio) e il 10 febbraio 1947. A loro sarebbero imputabili, scrive Mollicone, parte delle persecuzioni e delle efferatezze compiute contro gli italiani, esuli dalmati e giuliani, cacciati con la forza dalla Jugoslavia, sterminati a migliaia solo per il fatto di essere italiani e gettati infine nelle foibe.

‘Non solo taglio della pensioni d’oro, anche di quelle delle bande comuniste jugoslave’

Si tratterebbe, scrivono ancora gli autori dell’interrogazione parlamentare, anticipata dalla Adnkronos e ripresa da alcuni organi di stampa, di “alcune centinaia di persone”, attualmente con cittadinanza di Paesi ex jugoslavi, i quali usufruirebbero tuttora delle pensioni tricolore “nonostante siano state partecipi ed esecutori delle stragi nelle foibe”.

Mollicone giudica totalmente incongruente continuare ancora ad applicare il vecchio accordo del 1957, visto che la Jugoslavia si è dissolta ormai da decenni e gli accordi, se mai, dovrebbero essere presi con singoli Stati come Croazia, Slovenia e Bosnia. Non solo taglio delle pensioni d’oro, chiosa Mollicone rivolgendosi al governo M5S-Lega, via anche la pensione agli ex partigiani titini, che lui chiama “bande comuniste jugoslave” responsabili delle foibe.