Il 3 marzo si sono svolte le primarie del Pd per scegliere il nuovo segretario del partito. Gli iscritti hanno potuto votare dalle 8:00 alle 20:00, nei gazebo allestiti per l'occasione o nelle sezioni cittadine. Alla chiusura delle urne era già chiaro quale sarebbe stato il risultato.

Vincitori e vinti: Il trionfo di Zingaretti

Il vincitore è Nicola zingaretti, presidente della regione Lazio e fratello del celebre attore italiano, Luca Zingaretti, protagonista del Commissario Montalbano, una delle serie tv più viste dagli spettatori italiani. Zingaretti ottiene il 70%, un risultato che non suona di casualità, ma di scelta consapevole degli elettori.

Con il 18%, si posiziona al secondo posto Maurizio Martina, sostenitore di una linea più 'estrema' che sottolinea l'impossibilità di dialogo e apertura a destra. Terzo e ultimo, Roberto Giachetti, con il 12%, definito il più "renziano" dei tre.

Un risultato inaspettato per il PD

1,6 milioni di persone hanno partecipato al voto della giornata di ieri, un popolo del PD che, silenzioso e speranzoso, concede l'ennesima possibilità per abbattere l'eco del sovranismo che inquina l'Europa. La partecipazione è stata un dato-sorpresa: si attendeva un'affluenza che avrebbe sfiorato il milione. "Un risultato straordinario, più votanti delle ultime primarie", ha affermato lo stesso Zingaretti, dimostrazione che aver superato le statistiche fa credere nella possibilità di una rinascita.

Anche l'ex Premier, Matteo Renzi, tornato sulle prime pagine dei quotidiani italiani, a causa della vicenda che vede coinvolti i suoi genitori, esprime le sue idee sulla vittoria del collega: "Quella di Zingaretti è una vittoria bella e netta.Ora basta col fuoco amico: gli avversari politici non sono in casa ma al Governo".

Un nuovo segretario per ricominciare

Il nuovo segretario ha tenuto un discorso toccante subito dopo l'uscita dei risultati. Ha dedicato la sua vittoria all'adolescente svedese Greta Thunberg, che da settimane protesta davanti al Parlamento del suo paese contro l'indifferenza del mondo nei confronti delle questioni climatiche e della disoccupazione giovanile.

Il riferimento non è casuale: la sinistra degli ultimi anni è stata ampiamente criticata per aver trascurato e snobbato le nuove generazioni che hanno trovato nel populismo l'unica figura alla quale rivolgersi per esprimere il proprio malessere esistenziale.

Fuori dalla trincea

Il PD sognato da Zingaretti si racchiude in una parola: inclusione. L'obiettivo del nuovo segretario è l'apertura verso gli altri partiti, orientata al dialogo costruttivo, rivolgendosi ai delusi della sinistra affinché possano tornare a riconoscersi nel popolo democratico. Non si è trattato soltanto di sottolineare un nome, ma di individuare la linea politica salvagente di una sinistra più volte colpita, nascosta in una trincea, da dove, dopo mesi di immobilismo, sembra aver ritrovato coraggio per saltare fuori e affrontare il corpo a corpo.

Molteplici sono i temi di scontro della politica italiana: la TAV, la disoccupazione giovanile al 33% e la recessione economica che allarma l'Unione Europea. La sopravvivenza del partito non è più sufficiente: in che modo il PD si inserirà nelle tensioni esistenti tra M5S e Lega sarà cruciale per comprendere se, oltre alle critiche, la sinistra italiana riuscirà a rappresentare un'opposizione forte, non la "meno peggio", con alternative valide al sovranismo del governo gialloverde.