Il neo eletto segretario del Pd, Nicola Zingaretti, lo ha ripetuto più volte, fino allo sfinimento, di voler dare vita ad una “segreteria unitaria” del partito che includa tutte le correnti Dem: dagli zingarettiani, appunto, ai martiniani, passando per i giachettiani o, per meglio dire, i renziani. Ma già il 17 marzo prossimo è in programma l’Assemblea nazionale del Pd, appuntamento in cui vengono tradizionalmente eletti i membri della Direzione i quali, altrettanto tradizionalmente, rispettano i rapporti di forza emersi nelle primarie. Visto che Zingaretti è andato ben oltre il 60% delle preferenze, e i renziani con Roberto Giachetti appena sopra al 10%, ci si aspetta dunque un ‘bagno di sangue’ per le poltrone attualmente occupate dai seguaci di Matteo Renzi.
Alcuni si sono già convertiti sulla via dello zingarettismo, altri invece rischiano di scomparire nei meandri del Nazareno.
Tocca a Zingaretti la scelta di tesoriere e membri della Direzione
Nonostante le ripetute assicurazioni su una gestione unitaria del partito, l’appena eletto segretario Nicola Zingaretti sta già facendo i conti con i nuovi assetti interni del Nazareno. Il primo appuntamento, come già accennato, è tra meno di due settimane, il 17 marzo, data in cui è prevista l’Assemblea nazionale che dovrà eleggere i nuovi membri della Direzione. Se tanto ci dà tanto, però, il nuovo leder dei Dem farà certamente pesare le percentuali quasi bulgare ottenute nelle primarie del 3 marzo. Altro che dividere equamente le poltrone con i suoi avversari.
Nella stessa occasione, poi, Zingaretti dovrà giocoforza dare un’indicazione sul nome del nuovo tesoriere che dovrà sostituire quello attuale: Francesco Bonifazi, il renzianissimo amico di Maria Elena Boschi. Contemporaneamente, poi, verranno decisi anche i nomi dei membri della commissione di Garanzia del partito.
Il problema dei capigruppo in parlamento e delle liste per le Europee
Una volta ‘riassettata’ la Direzione del Pd, Nicola Zingaretti dovrà spostare la sua attenzione anche sui nomi dei due capigruppo in parlamento e sulla linea politica che dovrà seguire il nuovo Nazareno su diversi temi in discussione. Per quanto riguarda il primo punto, attualmente i rispettivi presidenti dei gruppi Dem di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci (renzianissimo), hanno sostenuto entrambi Maurizio Martina nei gazebo.
Logico aspettarsi che almeno una delle due teste possa saltare. Da buttare giù al più presto ci sono anche le liste elettorali per le elezioni Europee. E anche in questo caso ci sono forti dubbi circa il fatto che i renziani possano sopravvivere, se non in numero esiguo. Zingaretti intanto ha già proposto il nome di Giuliano Pisapia da mandare in Europa. Sullo sfondo dell’azione politica del governatore del Lazio, per concludere, si intravede sempre il ‘fantasma’ di una possibile futura alleanza con il M5S. Fumo negli occhi per i già delusi renziani.