Il mistero sulla morte di Imane Fadil resta ancora fitto. Quale è stata la causa della prematura scomparsa della ex modella marocchina considerata uno dei teste chiave nel processo Ruby Ter? La ragazza è stata avvelenata, come lei stessa sospettava, forse con un mix di sostanze radioattive? Oppure questa storia della radioattività potrebbe sgonfiarsi presto, visto che il Centro Antiveleni di Pavia, che ha effettuato le analisi tossicologiche sulla Fadil, ha smentito di aver condotto esami capaci di rilevare la presenza di sostanze radioattive? Per avere risposte più chiare si attende l’esito dell’autopsia sul corpo della presunta ex ospite delle cene eleganti di Arcore.

Presunta perché il padrone di casa Silvio Berlusconi ha negato decisamente di aver mai conosciuto l’avvenente donna nordafricana. Peccato per lui che a smentirlo, tra gli altri, ci sia Marco Travaglio secondo il quale Imane Fadil partecipò ad almeno sei serate con il Caimano.

L’opinione di Marco Travaglio sulla morte della Fadil: ‘Non è vero che B. non l’ha mai conosciuta’

Il drammatico caso della morte di Imane Fadil non poteva che risvegliare lo spirito anti berlusconiano che alberga nel cuore di Marco Travaglio. Per prima cosa, nel suo editoriale pubblicato domenica 17 marzo, il direttore del Fatto smentisce seccamente la versione di Silvio Berlusconi, il quale ha ammesso candidamente di non aver mai conosciuto la Fadil.

Per Travaglio “non è vero niente”, non solo in merito alla conoscenza tra il Cavaliere e la ragazza marocchina, ma “tutto ciò che dice da quando si sveglia a quando si corica”. Il giornalista racconta, infatti, che la Fadil nel 2010 partecipò per ben sei volte alle cene eleganti, esibendosi addirittura nella danza del ventre e ricevendo come compenso un anello e una busta con 5mila euro.

La ragazza, però, secondo la versione di Travaglio, si rifiutò di dormire insieme al leader di Forza Italia.

‘Favori non richiesti da ambienti criminali o tragica coincidenza’

In seguito, prosegue Marco Travaglio nella sua particolareggiata ricostruzione dei fatti, Imane Fadil incontrò per altre due volte Silvio Berlusconi: la prima in un ristorante di Milano, la seconda in una non meglio precisata villa brianzola del Caimano.

Il giornalista considera comunque un “guaio” per la Fadil il semplice fatto di aver conosciuto Berlusconi. Certo, il compito di accertare le cause della sua morte spetta solo alla magistratura e, “una volta tanto”, ironizza Travaglio, i sospetti non ricadrebbero su B. visto che lui ha tutto da perderci dalla nuova esplosione mediatica del caso bunga bunga. A favore dell’innocenza di Berlusconi, e della sua estraneità a quanto accaduto, ci sarebbe anche il fatto che ora, dopo la sua morte, i verbali firmati dalla Fadil sul caso Ruby praticamente non potranno più essere contestati, valendo quasi come “prova inconfutabile”. Però, c’è un però secondo Travaglio, è comunque innegabile che “i vari ambienti criminali, italiani e internazionali, che circondano B.

autorizzano i soliti sospetti di eccessi di zelo, favori non richiesti o messaggi ricattatori”. Da non escludere, infine, la “tragica coincidenza” visto che, nella vita di Berlusconi, una “impressionante catena di disgrazie” avrebbe colpito i suoi oppositori.