La notizia è di poche ore fa. Nel piccolo regno del Brunei entrerà in vigore, a partire dal prossimo 3 aprile, la legislazione dell'islam radicale, che prevede la lapidazione per gli adulteri e gli omosessuali. Lo Stato ha infatti adottato la pena coranica al termine di un processo, iniziato nel 2014, che aveva visto una crescente radicalizzazione del sistema. Dal 3 aprile, dunque, i sudditi del Brunei rischieranno anche l'amputazione di un piede e una mano come pena per il reato di furto.
Lapidazione per omosessuali e adulteri in Brunei
Non sono certo mancate le critiche, all'indomani della decisione di applicare la Sharia in Brunei.
Questo tipo di legislazione prevede, infatti, un'attuazione radicale dell'Islam e dei dettami coranici; un sistema, dunque, da ricondursi all'ortodossia. Gli effetti più noti della Sharia sono proprio quelli enunciati, che prevedono amputazioni per il reato di furto e lapidazione per gli adulteri e gli omosessuali.
A riferirlo è il Guardian, che riporta come la decisione sia stata presa dal sultano del Brunei, Haji Hassanal Bolkiah, al termine di un percorso che aveva visto il proprio inizio nel 2014, con l'intenzione del sultano stesso di applicare la legge coranica in Brunei. Il sultano, con un patrimonio personali ammontante a circa 20 miliardi di dollari, è una delle personalità più ricche del mondo.
Siede sul trono del piccolo regno sin dal 1967.
Il Brunei è stato una colonia inglese fino al 1984, e anche allora era vigente una normativa contro gli omosessuali che prevedeva, però, solo la reclusione come di sanzione. Con la nuova normativa, invece, l'omosessualità sarà punibile con la pena di morte. E' stato deciso che la legge sarà applicata ai soli musulmani, i quali costituiscono circa i due terzi della popolazione.
E' noto che nel Paese sono già da tempo in atto delle norme che vietano, ad esempio, l'uso di alcol e prevedono sanzioni e condanne per chi non partecipa alla preghiera del venerdì.
Ong contro la lapidazione, in difesa dei diritti umani
Alcune Ong, non appena appresa notizia della nuova regolamentazione, sono insorte contro il sultano del Brunei, chiedendo di "fermare immediatamente" la promulgazione delle leggi, ritenute estreme e "sbagliate".
Amnesty International è in prima linea. La stessa Organizzazione non governativa riferisce che alcune di quelle sanzioni sono previste per fatti che non dovrebbero neanche essere considerati dei reati, come, ad esempio, i rapporti sessuali consensuali tra persone adulte dello stesso sesso.