Luigi Marattin, deputato del Partito Democratico, negli ultimi giorni è balzato più volte agli onori delle cronache per delle dichiarazioni che da più parti sono state considerate ben al di sopra delle righe. Ad esempio ha fatto molto discutere il faccia a faccia avuto in aula con un esponente del Movimento 5 Stelle in un momento in cui alla Camera la tensione si tagliava a fette.

In queste ultime ore, invece, sta facendo discutere un'espressione utilizzata durante un'ospitata televisiva al programma "Piazzapulita" di La7 quando, parlando dei destinatari di alcuni provvedimenti di sussidio come il reddito di inclusione o il reddito di cittadinanza, li ha definiti uno "stock di poveri".

La dichiarazione infelice è emersa durante il dibattito nello studio della trasmissione di approfondimento politico di La7 che va in onda il giovedì sera, alla quale erano presenti la giornalista Veronica Gentili e, ovviamente, il conduttore Corrado Formigli.

Il Pd sostiene il vecchio reddito di inclusione

Tra le colpe che vengono imputate al Partito Democratico da diversi autorevoli opinionisti politici, c'è quella che imputa ai dem di aver smesso di essere un partito di "sinistra". Il riferimento è relativo soprattutto ai presunti mancati interventi dei governi di centrosinistra verso le classi sociali più deboli che, invece, starebbero ottenendo maggiori attenzioni dall'attuale maggioranza Lega-M5S che ha varato reddito e pensione di cittadinanza.

Sull'argomento Marattin è intervenuto per ricordare che il governo Gentiloni ha varato il cosiddetto reddito di inclusione, rivolto proprio ai cittadini meno abbienti. Il deputato napoletano si è fatto portavoce della corrente di pensiero del Partito Democratico che sostiene che l'attuale esecutivo avrebbe dovuto potenziare la misura già esistente, e non avventurarsi in un qualcosa che, ad oggi, avrebbe dei contorni troppo indefiniti come il reddito di cittadinanza.

Marattin richiamato da Formigli

"I cinque milioni di poveri sono relativi all'anno 2017. Il rei è entrato in funzione il 1° gennaio 2018". È questo il primo dato con cui Marattin ha provato a rivendicare l'utilità del reddito di inclusione, sottolineando come, a differenza del Movimento 5 Stelle, sia stato varato senza approntare una strategia di di marketing digitale.

La controparte Gentili ha ribattuto che è stata comunque una misura fin troppo timida. A questo punto Marattin ha ammesso che è stato un errore introdurla con risorse finanziarie esigue, chiarendo che il Partito Democratico non è "un'agenzia di web marketing" come il M5S. Inoltre ha aggiunto: "Prima di dire che una roba non funziona, lo diciamo agli italiani che state incolpando una cosa entrata in vigore nel 2018 per uno stock di poveri del 2017".

Formigli ha immediatamente bacchettato il deputato per l'espressione "stock di poveri" e poi lo ha incalzato chiedendogli come mai, nonostante il governo Renzi sia partito nel 2014, sia passato così tanto tempo e sia stato fatto un investimento esiguo per il Rei.

L'esponente del Pd ha ribattuto lanciando l'ennesima frecciata al reddito di cittadinanza: "I meccanismi complessi devono essere rodati. Noi invece di buttare a mare un pesce senza sapere se sa nuotare o no come sta facendo il Movimento 5 Stelle, abbiamo detto sperimentiamo, rodiamo il meccanismo e facciamolo decollare".