"La pacchia è finita". A lungo Matteo Salvini ha accompagnato la sua campagna elettorale e poi la sua Politica di ministro con uno slogan particolare. In molti ci hanno visto una chiave di lettura quasi "razzista", ma almeno nelle idee del Viminale l'idea è un'altra. Con "pacchia" ha sempre inteso il fatto che dietro a quella che è un'emergenza umanitaria si sono sempre celati interessi di privati che hanno sempre avuto il massimo interesse a far si che questi flussi continuassero. Il riferimento, neanche tanto velato, che Salvini ha sempre fatto è stato quello riservato alle Ong, per le quali ha sempre raccontato della presenza di finanziatori stranieri mossi da qualche tipo di interesse, ma anche alle cooperative.
Era, infatti, a loro che, prima del decreto sicurezza voluto proprio dal leader del Lega arrivavano fondi che arrivavano da ingenti risorse destinate all'accoglienza che, con l'avvento del Ministro dell'Interno, hanno subito tagli significativi.
Il Decreto Sicurezza ha cambiato le carte in tavola
Erano tante le cooperative che, prima dell'entrata in vigore del decreto di Salvini, beneficiavano dei finanziamenti per portare avanti l'accoglienza ai migranti. Da quando le novità introdotte dal leader del Lega hanno significativamente ridotto le risorse, le cose sembrano essere cambiate. In tante città d'Italia accade che i bandi relativi al supporto per i maxi-arrivi di migranti iniziano ad andare deserti e colpisce, in particolare, che anche la Caritas adesso manifesti una certa difficoltà rispetto alla possibilità di continuare a effettuare la propria opera di accoglienza.
Monsignor Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto e presidente della Caritas italiana, ha annunciato a chiare lettere quanto ingenti siano diventate le difficoltà con i fondi ridotti all'osso. La scelta della Caritas, secondo quanto rivelato dal Corriere del Veneto, di lasciare i bandi riguarderebbe tutta l'Italia.
Salvini provoca anche la Caritas
Tra i provvedimenti che hanno cambiato in maniera epocale il sistema dell'accoglienza c'è certamente quello che, adesso, consente a ciascun migrante di restare in un centro per l'espatrio fino a centottanta giorni, mentre prima il limite era fissato a novanta. In diverse città i prefetti, senza il supporto delle associazioni impegnate nell'accoglienza, iniziano a fiutare la possibilità che la situazione possa divenire insostenibile.
Salvini, però, non indietreggia e non manca di lanciare qualche frecciata importante alla stessa Caritas. "Se siete generosi - ha detto il Ministro accogliete con meno soldi. O accogliete per far quattrini?". Dal suo punto di vista la rinuncia all'accoglienza da parte di molte associazioni non fa che confermare il suo sospetto iniziale.