Le due recenti sentenze, emesse dai Tribunali di Firenze e Bologna, per mezzo delle quali è stata ordinata l’iscrizione all’anagrafe delle due città di alcuni immigrati richiedenti asilo, avevano, come noto, scatenato la reazione del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, ‘padrino’ politico del cosiddetto Decreto Sicurezza (poi convertito in legge) con cui si vietava, appunto, l’iscrizione nei registri anagrafici dei Comuni italiani per i richiedenti asilo. Un insulto nei suoi confronti, giudicato talmente grave da spingere il leader della Lega ad indicare sui suoi profili social i nomi dei presunti ‘colpevoli’.
Primo tra tutti quello della giudice Luciana Breggia, la quale si è permessa di dichiarare inammissibile il reclamo del Viminale contro la suddetta decisione di un collega fiorentino. L’inevitabile diluvio di insulti piovuto via web sulla Breggia, ha spinto i magistrati dell’Anm e la presidente della Corte di Appello di Firenze, Margherita Cassano, a prendere le difese della donna.
La presidente della Corte di Appello di Firenze denuncia il ‘linciaggio morale’ dei salviniani
La gogna mediatica che ha sommerso la giudice di Firenze Luciana Breggia, in particolar modo sui social network ufficiali di Matteo Salvini, ha spinto alcuni suoi colleghi ad alzare la voce in sua difesa. La donna che, insieme alla presidente della Prima sezione del Tribunale civile di Bologna, Matilde Betti, è stata additata da Salvini al pubblico ludibrio social quale massima rappresentante della categoria dei giudici “fan dell’accoglienza” (definizione coniata dallo stesso ‘capitano’ leghista), trova oggi la concreta solidarietà di un’altra rappresentante del gentil sesso in toga.
Si tratta di Margherita Cassano, attuale presidente della Corte di Appello di Firenze, stessa città in cui opera la Breggia. La Cassano ha fatto sapere di ritenere “doveroso”, considerato il ruolo che ricopre, intervenire in merito a quello che descrive come un “linciaggio morale” a cui sarebbe “ingiustamente sottoposta” la sua collega.
La Breggia sarebbe stata addirittura “esposta, per i gravi attacchi subiti, a pericolo per la sua incolumità”, vista la “risonanza mediatica e l’effetto moltiplicatore della galassia dei social”.
L’intervento dell’Anm: ‘Matteo Salvini getta discredito sulla funzione giudiziaria’
A rispondere per le rime al titolare del Viminale - che nei giorni scorsi ha fatto sapere di avere dato mandato ai suoi tecnici di ricorrere all’Avvocatura dello Stato per valutare se i magistrati in questione debbano astenersi per aver manifestato “posizioni in contrasto con le politiche del governo in materia di sicurezza” - è stata anche l’Associazione nazionale magistrati (Anm) che, in una nota ufficiale, ha condannato senza mezzi termini “le modalità adottate da autorevoli rappresentanti delle istituzioni” perché “gettano discredito sull’intera funzione giudiziaria”. Dove quel “autorevoli rappresentanti” sta per Matteo Salvini, visto che l’Anm chiede esplicitamente al Consiglio superiore della magistratura (Csm) di intervenire a tutela di Luciana Breggia.