Che Matteo Salvini non stia troppo simpatico a Marco Travaglio è cosa risaputa da tempo. Da quando, però, il leader della Lega ha portato il suo partito a percentuali stratosferiche con le elezioni Europee, gli affondi anti salviniani del direttore del Fatto Quotidiano si sono fatti ancora più intensi e pungenti. È il caso, ad esempio, dell’editoriale pubblicato sul ‘suo’ giornale nel giorno di venerdì 1 giugno. Già dal titolo, sparato telegraficamente, ‘Il Mitomane’, si intuisce dove voglia andare a parare Travaglio e quale possa essere il tenore della sua invettiva che si snoda, interminabile, durante tutto l’articolo.

Il Ministro dell’Interno, tra le altre cose, viene bollato come “fenomeno da baraccone” e “pallone gonfiato”.

L’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano

L’editoriale pubblicato questa mattina, come di consueto, da Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano, contiene, come già accennato, già tutto nel titolo. Descrivere Matteo Salvini come un mitomane, infatti, la dice lunga sulla considerazione in cui viene tenuto il ‘capitano’ leghista dal giornalista allievo di Indro Montanelli. Travaglio si dice convinto che il vero problema di Salvini non sia credersi lui stesso già Presidente del Consiglio al posto di Giuseppe Conte, ma il fatto che altri lo ritengano già premier e stiano facendo di tutto per “convincerlo di esserlo”.

Travaglio si riferisce ai cosiddetti “giornaloni” che starebbero assecondando la mitomania salviniana, anziché cercare di curarla come dovrebbe fare un buono psichiatra. Il direttore del Fatto rinfaccia ai rappresentanti dell’informazione mainstream il fatto di averlo descritto prima delle elezioni come un “infaticabile stakanovista”, autore di tutte le leggi targate M5S-Lega, quando invece “non ha praticamente mai messo piede al Viminale”.

‘Pallone gonfiato pieno d’aria e ora anche di voti’

Cortocircuito mediatico proseguito anche dopo il voto del 26 maggio, visto che si continua “imperterriti” a corrergli dietro nella convinzione che le sue parole abbiano veramente un “rapporto con la realtà”. Insomma, tanto per essere chiari, sono stati i mass media, non tanto il genio del suo spin doctor social Luca Morisi, “a pompare questo fenomeno da baraccone tutto virtuale, questo pallone gonfiato pieno d’aria e ora anche di voti”.

Marco Travaglio analizza a questo punto il significato stesso del termine medico mitomania, ovvero la “tendenza a credere reali i prodotti della propria fantasia” parlandone poi in pubblico come se fossero veri. Il tutto allo scopo di “soddisfare la propria vanità”. Per questo, aggiunge Travaglio, nei reparti degli ospedali psichiatrici si trovano moltissimi pazienti che si credono grandi personaggi storici come Napoleone o Garibaldi. Il caso Salvini, però, sembra più grave perché, conclude Travaglio, “ormai incurabile”, visto che il leader della Lega è convinto di essere Superpremier e Superministro.