La comandante della Sea Watch 3, la tedesca Carola Rackete, aveva annunciato di essere pronta a forzare il blocco navale, con lo scopo di far sbarcare in sicurezza i 42 migranti presenti sull'imbarcazione. E poche ore fa la stessa Rackete ha deciso di far entrare la nave dell'organizzazione umanitaria nelle acque territoriali italiane, in direzione di Lampedusa.
Ciò ha, inevitabilmente, portato ad alcune polemiche in ambito politico: l'iniziativa della capitana dell'imbarcazione è stata decisamente criticata da diversi politici come Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Mentre solidarietà all'Ong sta arrivando da parte di vari esponenti della sinistra.
La capitana: 'Non si tratta di provocazione ma di responsabilità'
La comandante della Sea Watch 3 ha deciso di spiegare la sua decisione di far entrare l'imbarcazione in Italia, a prescindere dal divieto governativo e dalla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo.
La Rackete ha dichiarato che l' Europa ha oramai abbandonato al proprio destino la ONG e che non c'è altra soluzione che lo sbarco. Inoltre, la comandante dell'organizzazione umanitaria non governativa tedesca ha affermato che la sua scelta non è nata per provocare ma, invece, per questioni di responsabilità e di necessità: "Forzo il blocco ed entro a Lampedusa, non ho altra scelta".
La critica della Sea Watch nei confronti della sentenza della Corte di Strasburgo: 'Decisione sconcertante'
Anche i vertici della Sea Watch International hanno commentato la situazione che sta interessando l'organizzazione umanitaria. La Sea Watch ha dato pieno sostegno e solidarietà alla capitana della nave, commentando anche la già citata sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.
Tale sentenza dell'organo giurisdizionale è stata considerata negativamente dai legali della Sea Watch, i quali hanno detto che risulta essere 'sconcertante'.
Difatti, sempre secondo i legali dell'organizzazione non governativa originaria della Germania, questa decisione della Corte di Strasburgo sarebbe ricca di contraddizioni e di problematiche nell'ambito della difesa della dignità e dei diritti fondamentali degli esseri umani.
Oltre a tutto ciò, i legali della ONG hanno considerato come privo di logica il fatto che la Corte da una parte chieda al governo italiano di offrire l'assistenza necessaria ai migranti presenti nell'imbarcazione, mentre dall'altra ne 'vieti' lo sbarco.
La vicenda, ancora lontana da una conclusione definitiva, sarà certamente ancora trattata nel mondo dell'informazione e della Politica nazionale nei prossimi giorni e costituirà sicuramente un nuovo elemento di scontro tra il governo italiano e l'opposizione.