Recentemente la Corte europea dei diritti umani ha respinto il ricorso fatto dalla Sea Watch, in merito al divieto dello sbarco in Italia previsto dal decreto Sicurezza bis. Con tale decisione, la stessa Corte di Strasburgo ha deciso di non imporre delle misure atte ad obbligare il governo italiano allo sbarco della stessa imbarcazione dell'organizzazione umanitaria non governativa. Andando maggiormente nello specifico, la nave della nota ONG si trova a poche miglia da Lampedusa dal 12 giugno 2019 e a bordo vi sono 42 migranti.

Carola Rackete vuole entrare a Lampedusa

La decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo e del governo italiano non è stata accettata dallo staff della Sea Watch 3. Difatti Carola Rackete, capitana tedesca della stessa imbarcazione olandese della ONG, ha sostenuto che sarebbe pronta anche a forzare il blocco per far arrivare la nave a Lampedusa. Come riportato da un articolo pubblicato sul sito web di Repubblica, adesso tale decisione sarebbe una questione di ore. A seguito delle dichiarazioni della Rackete è arrivata anche la solidarietà dei vertici della stessa Sea Watch International, l'organizzazione umanitaria non governativa con base in Germania.

Il rischio dell'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione irregolare

Come scritto in un articolo d'approfondimento pubblicato sul sito web 'The Post Internazionale', nel caso la Sea Watch 3 dovesse sbarcare vi sarebbero dei rischi legali per la stessa Rackete. Difatti, la capitana dell'imbarcazione olandese della ONG tedesca rischierebbe di essere incriminata per favoreggiamento nei confronti dell'immigrazione clandestina.

Inoltre, sempre stando al già citato articolo di TPI.it, la Rackete rischierebbe anche di prendere una multa e, infine, la confisca della nave stessa. A quanto risulta, la capitana dell'imbarcazione della Sea Watch sarebbe comunque cosciente di tali pericoli e vorrebbe continuare per la sua strada.

Inoltre, la stessa Rackete ha affermato di essere responsabile di tutti i migranti che si trovano a bordo dell'imbarcazione, migranti che non ce la farebbero più e che sono stati salvati in mare prima di essere imbarcati dall'equipaggio della ONG originaria della Germania.

Oltre a tutto ciò, bisogna segnalare che nelle ultime ore è apparsa anche una raccolta fondi per l'imbarcazione su Twitter, raccolta fondi da utilizzare per l'assistenza legale dello staff della Sea Watch International. In tal modo c'è da dire che il 'braccio di ferro' tra la stessa ONG e il ministro dell'Interno Matteo Salvini dovrebbe continuare a durare anche nei prossimi giorni.