Quello tra Matteo Salvini e l'Europa continua da essere un rapporto particolarmente complicato. Le tensioni sulla questione relativa ai conti dello Stato italiano e al debito pubblico, sono tornate a lasciare spazio alla diversa veduta sulla questione migranti. Stavolta il duello a distanza riguarda l'ennesima nave Ong nel Mediterraneo che avrebbe intenzione di sbarcare in Italia. Il Ministro dell'Interno, forte anche del nuovo decreto sicurezza bis, non intende cambiare la sua linea relativa ai "porti chiusi" per le non profit che recuperano migranti in mare e non indietreggia neanche dopo l'uscita di Natasha Bertaud, portavoce della Commissione Europea, che ha proferito parole che sembrano dettare linee guida in netta controtendenza rispetto a quello che, da sempre, risulta essere il pensiero del Ministro dell'Interno italiano.

La Libia per l'Ue non è un porto sicuro

Il punto di vista di Natasha Bertaud è quello dell'imbarcazione Ong Sea Watch cha batte bandiera europea. Ogni nave, infatti, che porta il vessillo di uno degli stati membri è chiamata a rispettare quello che è il diritto marino internazionale. Si trova, perciò, a impegnarsi, come fa, a salvare delle vite e a farli giungere in un porto sicuro. Il concetto su cui potrebbe concretizzarsi una vera e propria fattura è il fatto che l'Europa giudica la Libia un porto non sicuro, a differenza di Salvini che ritiene debba sbarcare a Tripoli.

Salvini usa il pugno duro

Salvini, da tempo, ha detto di non fidarsi delle Ong. Da un lato la strategia dei porti chiusi serve a far si che il flusso dei migranti diventi un problema di tutta l'Europa e non solo italiano, dall'altro trova radici nella convinzione del Ministro che dietro queste presunte Ong ci siano organizzazioni che speculano sulla vita di disperati in mare, anticipando addirittura gli interventi della guardia costiera libica ed evitando di sbarcare nei porti della Libia.

Nonostante le uscite provenienti da fonti vicine all'Unione Europa, ha postato sui propri social network la foto di un documento che certifica il fatto che lui non ha alcuna intenzione di variare il suo impegno ad evitare che la Sea Watch sbarchi in Italiano. "Ho - ha scritto - appena firmato il divieto di ingresso, transito e sosta della nave Ong Sea Watch 3 nelle acque italiane come previsto dal nuovo Decreto Sicurezza".Alla fine Salvini aggiunge che il documento dovrà essere firmato ai ministri dei Trasporti e della Difesa. "Stop - tuona - ai complici di scafisti e trafficanti". Una scelta che, come al solito, farà discutere per le possibili conseguenze politiche derivanti dalle parole di Natasha Bertaud.