Oltre un anno di governo Conte ha rappresentato un periodo in cui, più volte, l'Italia è andata vicina allo scontro diplomatico con realtà che risiedono al di fuori dei confini nazionali. I toni sono stati forti con l'Unione Europea, oltre che le scaramucce con la Francia con tanto di ambasciatori ritirati. Adesso all'orizzonte potrebbe diventare minato il terreno su cui si potrebbe riaprire una discussione relativa al fatto che da Berlino partano con regolarità dei charter che si pongono l'obiettivo di riportare in Italia dei migranti. La realtà è stata portata alla luce da un'inchiesta di Repubblica che ha permesso di mettere in evidenza, come nell'ultimo periodo, siano sensibilmente aumentato il numero di persone che vengono imbarcate su dei voli speciali con direzione Roma e partenza dalla terra teutonica.
E dalla Svizzera non mancano di arrivare notizie che si inseriscono perfettamente nel solco tracciato dai tedeschi
Si appellano a leggi internazionali
Il fenomeno dei migranti rispediti in Italia non è un abuso da parte degli stati che si rendono protagonisti di questi atti. Come è noto loro si confrontano con persone che, in gergo, vengono definiti "dublinanti". Prendono questo nome poiché, secondo quanto stabilisce il trattato di Dublino, hanno diritto al soggiorno in un Paese solo a patto che sia il primo che li ha accolti. Accade, perciò, che la Germania scelga di rispedire in Italia, quanti, per la prima volta, abbiano toccato il suolo europeo attraverso il territorio del Bel Paese. Secondo l'inchiesta giornalistica pubblicata da Repubblica e ripresa da Il Giornale, dall'inizio dell'anno, sarebbero quasi mille quelli che da Berlino sarebbero partiti in maniera forzata verso Roma.
In particolare c'è chi ritiene che, in taluni casi, sia addirittura forzoso, ma fonti tedesche hanno smentito che si utilizzino strumenti come farmaci per stordire i destinatari dei provvedimenti.
Brutta storia per una coppia di migranti in Svizzera
Questa è la storia di Joelson, Tatiana e della loro piccola bambina. Sono originari della Costa d'Avorio e avevano provato a raggiungere l'Europa tramite la Libia.
Era il 2017, sono stati salvati da una nave umanitaria e dopo essere passati per Salerno e Torino, avevano varcato il confine svizzero.Secondo quello che è stato il racconto offerto a Repubblica sarebbero stati allontanati dal paese elvetico addirittura con la violenza. Si trovavano nel villaggio montano di Albinen, quando hanno dovuto fare i conti con modi particolarmente bruschi.
"Ci hanno - rivelano - trattato come bestie, umiliati e picchiati". A quel punto li avrebbero accompagnati fino in aeroporto dove li attendeva un volo che li ha riportati in Italia. La famiglia ora è a Napoli, ospite di un centro di accoglienza.