Dopo le parole di Saviano sui social, che ha accusato gli esponenti politici di aver strumentalizzato la vicenda a fini razzisti, il vicepremier Luigi Di Maio ha espresso su Facebook suoi pensieri riguardanti la morte del carabiniere e in particolar modo la situazione della sicurezza nella Capitale: "I carabinieri dovrebbero mostrare il proprio valore con la vita, mai con la morte" ha scritto.

Il cordoglio del Ministro su Facebook

Il post del vicepremier si apre con un messaggio di cordiglio per la famiglia e soprattutto per la moglie del carabiniere.

Il militare di soli 35 anni, infatti, ha perso la vita dopo appena un mese dal suo matrimonio. "Questa morte riempie di rabbia e di senso di ingiustizia" sono state le parole di Luigi Di Maio, che così continua: "Non so di chi sia la colpa della morte del militare, e non sono io a doverlo stabilire, però oggi c'è un intero Paese che piange la morte di un uomo perbene, che ha dedicato la vita alla giustizia e alla legalità, impegnato nel volontariato e nell'aiuto del prossimo". Inoltre ha ringraziato il carabiniere per il suo sacrificio e tutti coloro che, come lui, vivono la propria quotidianità al servizio del bene collettivo. "Il nostro compito è quello di onorarli".

La questione della sicurezza a Roma

La domanda che il vicepremier grillino affida alla sua bacheca Facebook è "Si poteva evitare una morte così?", alla quale risponde: "Io dico di sì". Il ragazzo è infatti morto per mano di due turisti americani, ma il movente sarebbe stato la droga, così il politico incolpa gli spacciatori che tranquillamente smerciano stupefacenti in pieno centro a Roma, rendendo facile per due turisti sballarsi e commettere un gesto estremo.

"Giri di droga, spaccio, violenza sono all'ordine del giorno, chi conosce Roma lo sa" scrive ancora il Ministro, "i nostri uomini e donne in divisa sono in constante pericolo, faticano ogni giorno, prendendosi sputi, minacce, attacchi fisici e nonostante tutto vengono costantemente criticati" sottolinea. La responsabilità, secondo quanto scritto da Di Maio, sarebbe anche dello Stato, poiché l’agente “Si è ritrovato a combattere da solo" e per questo lo Stato dovrebbe farsi un esame di coscienza, aumentando la sicurezza.

Le ultime notizie riguardanti quanto affermato da Di Maio sembrano confermare la situazione drammatica di spaccio di droga, sia nei quartieri periferici di Roma che al centro della capitale. È molto semplice per gli avventori approvvigionarsi di sostanze stupefacenti dagli spacciatori: ai due giovani americani, colpevoli del delitto, è bastato avvicinarsi ad una figura losca a Trastevere per esser accompagnati da un pusher e concludere la compravendita.