Il nome di Carlton Myers non risulterà nuovo a chi è appassionato di sport o di basket. Si tratta di uno dei cestisti più forti che l'Italia della pallacanestro abbia mai avuto: tanto per dare l'idea è stato colui il quale ha realizzato il maggior numero di punti in una singola gara del massimo campionato nazionale (87), un record che ancora oggi è imbattuto. A ciò si aggiunge il fatto che è stato capitano dell'Italia campione d'Europa nel 1999 e il portabandiera azzurro alle Olimpiadi di Sydney del 2000. All'essere però uno straordinario atleta coniuga il fatto di avere un nome molto meno "romagnolo" del suo accento e un colore della pelle diverso da quello che, nell'immaginario collettivo, resta il pigmento italiano autoctono.

Un fatto quasi ordinario nell'Italia multietnica di adesso, ma che quasi vent'anni fa rappresentava una novità. Nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere della Sera ha avuto modo di soffermarsi anche su argomenti correlati al tema, manifestando a sorpresa una certa vicinanza nei confronti del pensiero di Matteo Salvini.

Myers denunciò il razzismo in Italia

Carlton Myers è figlio di padre caraibico e madre italiana. Fino all'età di otto anni ha vissuto a Londra, poi è tornato a Rimini dove è cresciuto come uomo e come cestista, fino a consacrarsi come uno dei migliori giocatori europei della sua generazione. La scelta di farlo portabandiera a Sydney 2000 venne interpretato come un segnale di un'Italia che cambiava e che avrebbe dovuto abituarsi ad una multietnicità che, come avvenuto, sarebbe cresciuta.

Ai tempi denunciò il fatto che, all'epoca, ci fosse del razzismo: la situazione, a suo avviso non è molto cambiata. Una considerazione che nasce dal fatto che semplicemente discutere se un giocatore di colore come Balotelli possa essere o meno il capitano della Nazionale, rappresenta una cartina di tornasole del problema. "Per un ragazzo di colore - evidenzia Myers- dovrebbe essere la normalità ad ambire a quel ruolo".

Per Myers è fondamentale impegnarsi nell'integrazione

Myers, in periodi in cui l'immigrazione sembra dilagare, ammette che l'eventuale ingresso di nuove persone nel Paese può diventare un'opportunità di ricchezza, ma come risvolto della medaglia non si abbandona al buonismo a tutti i costi. "Sono rigido - ammette - se scappi e cerchi tranquillità devi saperti integrare, sennò torni da dove sei venuto".

Poi spazio anche a una battuta su Salvini: "Sono per il rispetto delle regole, come sostiene lui. Poi il modo in cui lo esterna, ecco, non è il più delicato di questa Terra". Parole che, in un certo senso, sembrano sposare il pensiero del ministro dell'Interno.