La notizia della libertà concessa dal gip di Agrigento, Alessandra Vella, alla capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, ha scatenato reazioni contrapposte. Da una parte ci sono i sostenitori senza se e senza ma delle Ong, come i partiti di sinistra (Pd, Sinistra Italiana, Più Europa) e la stampa mainstream (Repubblica, La Stampa, Corriere della Sera, Il Messaggero). Dall’altra, tutti coloro i quali sono convinti che la ragazza tedesca abbia violato insieme al suo equipaggio diverse leggi della Repubblica italiana, meritando per questo il carcere o, quantomeno, l’espulsione dal nostro Paese.

Principale portavoce della Politica dei ‘porti chiusi per Carola’ è naturalmente Matteo Salvini che si è detto scandalizzato dalla decisione della giudice, invitandola a candidarsi proprio con la sinistra se ha intenzione di fare politica. Sulla stessa lunghezza d’onda del capitano leghista, anche se con sfumature diverse, si dimostra Diego Fusaro, il filosofo sovranista che nei giorni dell’emergenza Sea Watch non ha perso occasione per bastonare dialetticamente la Rackete e i sui amici umanitari. Per Fusaro la liberazione di Carola è una decisione scontata e prevedibile.

Il post di Diego Fusaro contro Carola liberata

Sono passati appena pochi minuti dalla notizia della avvenuta decisione del gip di Agrigento di liberare Carola Rackete, in attesa dell’interrogatorio che si terrà tra una settimana.

Come molti italiani, anche Diego Fusaro viene raggiunto dalla, per lui poco lieta, novella. Il filosofo portabandiera del sovranismo italiano, come spesso gli capita, non riesce a contenere il suo sdegno, decidendo di riversarlo in un cinguettio postato sul suo profilo Twitter. “Carola Rackete libera. Ne dubitavate?”, si rivolge direttamente ai suoi lettori con una domanda retorica, della quale cioè si conosce già la risposta.

Secondo Fusaro, infatti, “gli amici dei padroni la fanno sempre franca”. Le persone come la capitana della Sea Watch sono considerati dallo studioso di Gramsci come degli “eletti”, persone cioè che “non fanno parte della plebaglia populista che lotta ogni giorno per il salario”. Quello della Rackete e degli operatori umanitari come lei, non sarebbe altro che un “falso ribellismo” che rappresenta “il lato fucsia della deregulation cara al padronato cosmopolitico”.

Fusaro se la prende anche con i ‘padroni’

Ma chi sono questi ‘padroni’ così spesso citati da Diego Fusaro? Basta scorrere gli ultimi tweet postati dal filosofo per farsi un’idea di chi siano i suoi principali avversari. Christine Lagarde, ad esempio. La donna francese passata recentemente dalla poltrona del Fondo Monetario Internazionale e quella della Banca Centrale Europea, in sostituzione di Mario Draghi.

Secondo Fusaro la Lagarde è salita (anzi, è rimasta) “ai piani alti, dove il popolo non conta nulla”. E che dire di Jean Claude Juncker, Presidente uscente della Commissione europea, e di George Soros, il miliardario di origini ungheresi, i quali, fotografati insieme, rappresentano per l’ammiratore di Marx il simbolo della distruzione delle identità e dello svuotamento delle sovranità nazionali.