Bartolo Pellegrino, esponente storico del socialismo siciliano, è morto nella tarda mattinata di oggi, domenica 28 luglio. Nato a Trapani nel 1934, avrebbe compiuto 85 anni il prossimo 26 ottobre. Eletto per la prima volta all'Assemblea Regionale Siciliana nel 1971, oltre un ventennio dopo sarà anche componente della giunta regionale con deleghe al bilancio e, successivamente, al territorio. Ricoprirà inoltre il ruolo di vicepresidente regionale con il governo Cuffaro.
La carriera politica: due elezioni all'Ars in vent'anni
La sua prima volta in Assemblea Regionale Siciliana, pertanto, risale ai primi anni '70.
Socialista per ispirazione e per formazione politica, Pellegrino è già un pezzo forte della politica trapanese quando nel 1971 viene eletto deputato al parlamento siciliano. Nel collegio di Trapani raccoglie quasi 6.500 voti. La sua seconda elezione all'Ars arriva a vent'anni di distanza, nel 1991, in un'epoca in cui la politica nazionale si avvia verso un cambiamento epocale. L'inchiesta 'Mani pulite' che inizierà nel 1992 porterà nel giro di un biennio al tramonto della vecchia classe politica ed allo scioglimento del PSI nel 1994. Tornando alle Elezioni Regionali in Sicilia del 1991, Pellegrino raccoglie oltre 11 mila voti nel collegio di Trapani. Dal 1993 al 1995, dunque nel periodo delle presidenze regionali del democristiano Giuseppe Campione e del liberale Francesco Martino, viene scelto in giunta e riveste prima il ruolo di assessore al bilancio e, poi, negli anni successivi, passa al territorio ed ambiente.
L'esperienza di Nuova Sicilia
Nel 1996 la sua terza volta all'Ars, stavolta con una lista civica. Nel 2001 invece fonda Nuova Sicilia, un partito di carattere regionalista di cui fanno parte ex socialisti e componenti del cosiddetto Partito Siciliano d'Azione. Alle Elezioni Politiche del 2001 che vedono il trionfo di Silvio Berlusconi e l'assoluta predominanza del cavaliere in Sicilia, Nuova Sicilia fa parte della coalizione a guida forzista ed elegge anche un deputato nazionale.
Alle regionali di qualche mese dopo che vedono in Totò Cuffaro il primo presidente siciliano eletto direttamente, il partito di Bartolo Pellegrino ottiene cinque parlamentari regionali e lui diventa componente della giunta di governo nel ruolo di vicepresidente. Sarà inoltre eletto anche nel 2006 ed anche in quel caso sarà presente nell'esecutivo di Palazzo d'Orleans nel ruolo di vice di Cuffaro, fino al 2008.
L'inchiesta giudiziaria conclusa con l'assoluzione
Nell'aprile del 2007 Bartolo Pellegrino viene arrestato con la grave accusa di associazione mafiosa e finisce ai domiciliari. Tra i capi d'accusa c'è quello di aver avuto rapporti con i boss della provincia di Trapani e di aver fatto 'mercimonio' della sua carriera politica. I successivi procedimenti giudiziari porteranno però alla sua assoluzione, sia in primo grado che in appello. La Cassazione rigetterà la richiesta di appello della Procura perché ritenuta 'non ammissibile'.
Oddo: 'Un'altra pasta rispetto agli gnomi della Seconda Repubblica'
Nel giorno della sua morte, lo ricorda un altro esponente del socialismo siciliano, l'ex deputato regionale Nino Oddo.
"Muore uno dei massimi esponenti del socialismo siciliano del XX secolo - ha dichiarato Oddo alla testata trapanese Tp24 - un uomo di grande carisma. Nella sua carriera politica è stato sempre coerente, davvero un'altra pasta rispetto agli gnomi che imperversano nella Seconda Repubblica. A lui ed alla sua famiglia il mio saluto e cordoglio, a nome dei socialisti siciliani". Al cordoglio si unisce anche l'attuale presidente della giunta regionale siciliana, Nello Musumeci. "Pellegrino ebbe il merito di rilanciare quello spirito autonomistico che sembrava essersi smarrito nel corso dei decenni precedenti", scrive in una nota il governatore.