L'Italia è in attesa di capire se davvero la legislatura attuale avrà una prosecuzione determinata da un'alleanza formata da Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle. Rischia, dunque, di prendere forma quel governo giallorosso che Matteo Salvini avrebbe voluto evitare attraverso il voto immediato. Un'occasione in cui potrebbe eventualmente far valere il consenso amplissimo che gli riconoscono i sondaggi, ma che pare in calo secondo alcune rilevazioni, pur mantenendosi oltre il 30%. Secondo una storica figura della Lega come Roberto Maroni, tuttavia, il leader leghista avrebbe commesso qualche passo falso di troppo che avrebbe dato quantomeno l'opportunità agli altri di formare una nuova maggioranza.
A suo avviso ha deluso, infatti, gli italiani per questo, anche perché avrebbe dovuto immediatamente ritirare i ministri dall'esecutivo per azzerare i tempi di eventuale trattativa per la formazione della maggioranza giallorossa.
Maroni cita l'esempio di Bossi
Ospite di Omnibus, trasmissione di La 7, l'ex Ministro Maroni ha benedetto la frattura con i grillini. "Ha rotto - ha evidenziato - con il Movimento Cinque Stelle, sono d'accordo con questo perché non si poteva andare avanti così". Tuttavia la mancata certezza di elezioni immediate deriverebbe da un errore tecnico-politico: "Se - rivela l'ex Ministro - voleva andare ad elezioni subito, doveva fare quello che Bossi fece nel 1994 con il governo Berlusconi".
Il riferimento è al fatto che, in quell'occasione, lo storico leader del Carroccio ritirò immediatamente i propri ministri dagli scranni governativi. Quando qualcuno gli fa presente che si sarebbe trattato di un suggerimento arrivato a Salvini da Giorgetti rincara la dose: "Le decisioni vanno prese, non basta suggerire. Facendo questo non avrebbe dato il tempo ai Cinque Stelle ed al Partito Democratico di fare questa lunga ed estenuante trattativa che potrebbe concludersi con la nascita del governo".
Maroni critico su alleanza M5S-Pd
Roberto Maroni non ha mancato di rifilare qualche stoccata a chi potrebbe formare il nuovo governo giallorosso: "Siamo alla Terza Repubblica, mi pare di essere tornati alla Prima per certi aspetti, al democristianismo. Lo dico senza disprezzo". Scettico anche sulla possibilità di un nuovo esecutivo gialloverde: "Mi pare che l'insistenza dei Cinque Stelle su Conte, il quale ha detto che mai più starà con la Lega, chiuda praticamente ogni possibilità di rifare un governo Lega - M5S come Salvini auspica dopo aver detto di andare a nuove elezioni".
Maroni è soddisfatto, però, per il consenso che la Lega ha, nonostante qualche piccolo calo. "Prendiamo - ha detto - i sondaggi per quello che sono, ma rappresentano le delusioni degli italiani per il timore che non si andrà alle elezioni, ma che possa nascere un governo giallorosso. Sarebbe la cosa peggiore che può succedere, ma se succede è perché Salvini ha fatto l'operazione che ha fatto. La Lega, però. rimane oltre il 30% ed averne di percentuali così".