Sulla prima pagina de Il Fatto Quotidiano solito appuntamento con l'atteso editoriale di Marco Travaglio. Uno spazio in cui il giornalista utilizza la sua critica tagliente per fornire il proprio punto di vista su spinose questioni di stretta attualità, soprattutto politica. Nulla, in questo momento, tiene banco più della crisi di governo aperta da Matteo Salvini e la questione è diventata cercare di capire cosa accadrà in futuro. Da più parti si paventa l'ipotesi che Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico diano nuova linfa all'attuale legislatura, scongiurando immediate e nuove elezioni attraverso la formazione di una nuova maggioranza.
Non a caso si tratta di un sospetto già lanciato da Matteo Salvini che ha sottolineato come, negli ultimi tempi, Renzi e Di Maio parlino con toni molto simili. Un orizzonte che, però, viene letto in maniera critica da Marco Travaglio, considerato che, per i due partiti, potrebbe trattarsi di un autogol.
Per Travaglio ci sono quattordici mesi di ritardo
La prospettiva che vedrebbe una potenziale maggioranza formata da Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle rappresenterebbe uno strumento che eviterebbe elezioni immediate che, secondo i sondaggi, paiono destinate a regalare un successo alla Lega. Forse sulla base di questi dati Travaglio si lancia in una serie di considerazioni che bocciano l'ipotesi.
La prima è che un accordo Pd-M5S arriverebbe con quattordici mesi di ritardo e, di fatto, diventerebbe non più "l’unione fra il primo e il secondo partito delle Politiche, ma tra i due sconfitti alle Europee". Secondo Travaglio, inoltre, sarebbe un regalo a Salvini che, a suo avviso, starebbe già invece iniziando a pagare "il suo tradimento di sfasciatutto irresponsabile e non vede l''ora di farlo dimenticare addossandolo ai Cinque Stelle e stirllando al ribaltone".
Tra i dati che pone in evidenza ci sono anche insulti che iniziano arrivare al leader della Lega sui social, su un terreno dove, prima degli ultimi sviluppi, era leader incontrastato. Travaglio, inoltre, lo accusa di credersi Duce e di parlare come lui con espressioni come "Voglio pieni poteri", "Ordine e disciplina" e "La giustizia la riformo io".
Travaglio pensa ad un governo senza ministri leghisti
Secondo Travaglio, il governo Conte potrebbe restare in piedi, qualora il Pd scegliesse di votargli la fiducia. Di fatto l'esecutivo potrebbe restare in piedi, rimpiazzando i ministri leghisti. Travaglio non specifica se gli eventuali rimpiazzi maturerebbero con dei tecnici. Si tratterebbe, però, di un escamotage in grado di traghettare il Paese a primavera evitando conseguenze nefaste per la legge di bilancio da fare in esercizio provvisorio, portando avanti il taglio dei parlamentari e la revisione della legge elettorale. Per Travaglio potrebbe anche essere l'occasione in cui un M5S più maturo e un centrosinistra ripulito potrebbero veder scoccare la scintilla.