Con l'approssimarsi delle elezioni regionali in Emilia Romagna e dopo le ultime sconfitte alle comunali, il Partito Democratico di Ferrara si prepara a una profonda revisione interna e non solo.

Tra Franceschini e Marattin

Con la nomina o, meglio, con il ritorno di Dario Franceschini al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, si è assistito fondamentalmente al rientro in grande stile del Partito Democratico ferrarese sul grande scenario politico.

In tanti avrebbero poi gradito la nomina a sottosegretario di un altro parlamentare della città estense, ovvero Luigi Marattin, renziano di ferro ed economista di alto livello, in passato assessore al bilancio a Ferrara, e attualmente con cattedra universitaria a Bologna.

Marattin è stato eletto in un altro collegio elettorale ma, a parte questo fatto, ha dichiatato apertamente di non voler rientrare tra i sottosegretari del governo Conte bis soprattutto per 'divergenze' ideali e non solo, nonostante le richieste ricevute dal Partito cui appartiene.

Nel frattempo comunque il prossimo 23 settembre a Palazzo della Racchetta (ore 18), sempre a Ferrara, si terrà un incontro pubblico con Marattin a cui saranno presenti anche Maria Elena Boschi ed Ettore Rosato, proprio per trattare della situazione Politica nazionale, emiliana e ferrarese.

Elezioni tra sconfitte e attese

Per i democratici ferraresi si prepara ora una fase a dir poco complicata e difficile, anche tenuto conto del fatto che alle ultime quanto recenti elezioni amministrative hanno dovuto assistere, quasi impotenti, al trionfo della Lega.

Peraltro, trovarsi l'ex sindaco di Bondeno (FE) Alan Fabbri divenire sindaco di Ferrara con giunta di centro-destra, dopo circa 70 anni di dominio assoluto delle forze di centro-sinistra, è stato un brutto colpo per i dirigenti politici locali del Pd e per numerosi elettori ferraresi.

Ora si avvicinano le elezioni regionali e l'intera Emilia Romagna potrebbe davvero 'trasferirsi' nelle mani del centro-destra dopo decenni di governo di centro-sinistra.

Il tutto dovrebbe portare i democratici ferraresi a una profonda quanto intensa revisione della situazione presente, alquanto fragile e priva di guide carismatiche particolari, nonostante la nomina di alcuni dirigenti locali, tra cui l'ex vice-sindaco Massimo Maisto. Il futuro è quindi ben poco roseo, e questo perfino se si dovesse attuare sul piano emiliano quell'alleanza 'giallorossa' che ha dato vita al Conte bis.

Peraltro l'ipotesi è stata esclusa dal Movimento Cinque Stelle, con Luigi Di Maio in testa, ma oltre a questo si deve tener presente che i 'grillini' ferraresi si sono presentati a dir poco 'smembrati' fra loro alle ultime elezioni, e questo è ampiamente verificabile anche dai risultati ottenuti.