Ha fatto particolarmente discutere un'intervista del neo Ministro per le Politiche Agricole Teresa Bellanova rilasciata a Otto e mezzo. L'esponente dell'esecutivo, in relazione alle possibili future politiche sull'immigrazione, si è detta favorevole a flussi in ingresso regolamenti, considerato che sarebbero diverse le aziende che l'avrebbero chiamata per esprimerle necessità di avere manodopera. Carenze che potrebbero essere colmate con l'ausilio di migranti, come avviene già in diverse zone del Paese. Il tutto ovviamente sulla base di una nuova regolamentazione finalizzata anche a tutelare i diritti di chi da extracomunitario arriva a lavorare nei campi italiani.

Sulla questione è intervenuto Mohamed Konarè, attivista politico africano, e ha manifestato un certo malcontento rispetto alle parole espresse dal Ministro italiano.

Konarè ritiene che nessuno debba essere trattato da schiavo

Konarè, senza mezzi termini, ha inteso manifestare il suo disappunto per ciò che ha udito dalle parole del Ministro. "Ha osato dire - ha evidenziato - che bisogna deportare i giovani africani perché l'Italia ha bisogno di manodopera, visto che i giovani italiani non vogliono più fare questo lavoro". Dichiarazioni che hanno suscitato l'ira dell'attività che ha sottolineato come questa possibile interpretazione non possa rappresentare quella che a suo, avviso, è la realtà. "Gli italiani - ha detto - non vogliono essere trattati da schiavi, vogliono lavorare al costo giusto, in dignità e tutto quello che la Costituzione Italiana riconosce agli italiani".

Konarè vuole sottolineare che, sulla base di ciò, non saranno altri a prenderne il posto: "Anche i giovani africani non faranno gli schiavi per voi".

Konarè invita a pensare ai giovani italiani che vanno via

L'attivista non ha mancato di evidenziare come questo governo possa essere definito "neoliberista", etichettandolo quasi come una diretta discendenza di quell'oligarchia occidentale che avrebbe messo in ginocchio il continente africano.

Konarè si è anche soffermato su vicende che riguardano la politica interna italiana. "Smettetela - ha detto - di raccontare e blaterare alla tv, raccontando bugie al popolo italiano. Abbiate un po' di rispetto per i popoli e per il vostro popolo". Particolarmente significativo è stato il passaggio dove è sembrato invitare il governo a occuparsi di quanti lasciano l'Italia forse più di quanto si dovrebbe fare per le politiche relative all'immigrazione. Lo ha fatto con un interrogativo tendenzioso: "Perché non permettete agli italiani (duecentomila ogni anno vanno via) di rimanere nel loro Paese, di lavorare e di fare figli?"

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