Gianluigi Paragone, senatore del Movimento Cinque Stelle, lo aveva annunciato qualche giorno fa e non intende cambiare posizione. Nel momento in cui dovrà votare, in Parlamento, la fiducia al Governo 'giallorosso' farà valere il proprio No. Lo ha detto a chiare lettere nell'ambito di un'intervista rilasciata all'Adnkronos in cui ha indicato, tra le altre cose, la scelta di Roberto Gualtieri in qualità di Ministro dell'Economia come paradigmatica rispetto all'indirizzo fin troppo europeista che rischia di prendere l'esecutivo.

Una presa di posizione che rischia di andare contro la piattaforma Rousseau, espressione della base del Movimento Cinque Stelle, la quale continua, però, ad avere il massimo rispetto ed attenzione da parte di Paragone.

Paragone rispetta Rosseau ugualmente

Dopo la nomina della nuova squadra di ministri e il loro giuramento, il governo Conte II la prossima settimana proverà ad ottenere la fiducia delle due Camere, per poi tuffarsi in un lavoro che sarà particolarmente complicato.

C'è da varare la nuova legge di bilancio e da disinnescare le clausole di salvaguardia che porterebbero all'aumento dell'Iva. C'è, però, chi non crede che dare vita al governo giallorosso sia stata la cosa giusta da fare per il M5S. In questa fazione rientra Gianluigi Paragone che ha motivato quello che sarà il suo "no" alla fiducia al nuovo governo con argomentazioni prettamente politiche.

Paragone non ha rinnegato l'importanza della piattaforma Rousseau, anzi ne ha legittimato l'esistenza, evidenziando come rappresenti il suo popolo e come lui non abbia perso la propria natura "populista".

"Sarò - ha annunciato Paragone - il meno duro possibile, ma non posso votare la fiducia. Il mio sì non c'è, vedrò come fare per essere coerente con quello che penso e con quello che la base del M5S ha deciso".

Paragone non digerisce la liturgia europeista

Paragone non ha, perciò, alcuna intenzione di digerire l'intesa politica fra il Movimento Cinque Stelle e il Pd.

Una difficoltà che non è stata superata dopo la presentazione della squadra da parte di Giuseppe Conte. C'è stata, infatti, una nomina che lo ha colpito in negativo più delle altre. Il riferimento va all'eurodeputato 'dem' Roberto Gualtieri. La scelta della sia persona per una carica come quella del dicastero dell'Economia, secondo il giornalista, legittimerebbe dei sospetti sulla vocazione europeista dell'esecutivo appena nato.

Il giudizio del senatore sul neo-ministro è chiaro: "E' uno dei custodi della liturgia europeista". Una definizione che, considerate le idee di Paragone, non può certo essere ritenuta lusinghiera. "Io - ha ammesso - non sono uno stretto osservante di questa liturgia, dirò no al Conte bis". Da valutare ora quale sarà la reazione in seno al M5S dopo le parole di Paragone.