Torna alla ribalta il nome di Carola Rackete, l’ormai celebre ex capitana della nave della Ong tedesca Sea Watch, balzata agli onori delle cronache l’estate scorsa per il testa a testa con Matteo Salvini sui migranti. La Rackete, divenuta in quei giorni eroina della sinistra, ma anche bersaglio degli insulti social dei seguaci del capitano della Lega, aveva deciso insieme ai suoi legali di presentare una querela per diffamazione ai danni dell’allora Ministro dell’Interno, chiedendo addirittura la chiusura delle sue pagine Facebook che avevano ospitato i ‘leoni da tastiera’ che la avevano insultata.

Ebbene, oggi si apprende che Salvini risulta iscritto nel registro degli indagati proprio per il reato di diffamazione. Lui, passati pochi minuti dalla notizia, risponde a modo suo, sempre sui social network, rivendicando il lavoro svolto e le decisioni prese durante la sua presenza al Viminale.

Matteo Salvini indagato dopo la querela presentata dall’ex capitana della Sea Watch

Salvini indagato per diffamazione. La notizia viene battuta da tutti i maggiori organi di informazione nelle prime ore del pomeriggio di giovedì 5 settembre. Secondo quanto si apprende, il leader della Lega sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma, che poi ha passato gli atti per competenza territoriale ai colleghi di Milano, visto che il capitano leghista risiede lì e ora non ricopre più alcun ruolo ministeriale.

L’accusa è appunto quella di aver diffamato Carola Rackete tramite i suoi account social mentre infuriava la crisi intorno alla nave Sea watch 3, bloccata al largo di Lampedusa.

La reazione del capitano della Lega: ‘Denunciato da una comunista tedesca’

Come accennato, la reazione di Matteo Salvini alla notizia dell’indagine aperta sul suo conto non si è fatta attendere.

“Denunciato da una comunista tedesca traghettatrice di immigrati - ci va giù duro il leader della Lega sulla sua pagina Facebook - che ha speronato una motovedetta della Finanza: per me è una medaglia! Io non mollo, mai”. Insomma, Salvini non solo non ci pensa proprio a chiedere scusa a Carola Rackete. Anzi, rincara la dose tornando a definirla sprezzantemente “comunista tedesca” e scatenando così nuovamente i suoi fan.

Ma cosa rimproverava la ex capitana della Sea Watch a Salvini nel luglio scorso? “È lui che muove le acque dell’odio nei suoi tweet e nei suoi post su Facebook - lo accusava l’avvocato della Rackete, Alessandro Gamberini - per questo abbiamo preso l’iniziativa di querelare il Ministro”. Minaccia che, anche in quel caso aveva trovato pronto il capo del Carroccio. “Infrange leggi e attacca navi militari italiane, poi mi querela - aveva replicato seccamente - non mi fanno paura i mafiosi, figurarsi una ricca e viziata comunista tedesca”.