Enrico Borghi, membro del Copasir in quota Pd, intervistato da Repubblica spiega che sul caso Moscopoli verrà deciso lo strumento migliore per far luce totale e cercare di scoprire la verità. Il messaggio però è chiaro: Salvini non potrà sviare per sempre la questione e l'obiettivo è capire se esiste realmente "un problema di sicurezza nazionale". Da chiarire oltretutto è il ruolo ricoperto da Gianluca Savoini a Mosca durante l'incontro all'hotel Metropol. Il sospetto è che l'obiettivo fosse quello di avvelenare il clima politico del nostro Paese, influenzando le elezioni politiche.

Le parole di Borghi

Nell'intervista a Repubblica, Enrico Borghi annuncia che presto all'interno della maggioranza ci saranno importanti novità sul caso Moscopoli. Si sta studiando infatti lo strumento tecnico più adeguato per chiarire tutta la vicenda dei presunti fondi russi al partito della Lega. Borghi lascia intendere che due potrebbero essere le strade: o la commissione parlamentare d'inchiesta oppure l'indagine conoscitiva.

Quel che è certo è che "Salvini non riuscirà a far passare tutto in cavalleria". Bisogna infatti accertare se dietro questa vicenda possa esistere un problema relativo alla sicurezza del Paese. Se l'ex Ministro dell'Interno avesse risposto nei panni di Ministro alle Camere, adesso non ci sarebbe motivo di formare una commissione.

Ma visto che Salvini non vuole ancora fornire chiarimenti utili sul caso, l'unica strada è quella di passare per le vie istituzionali ufficiali. Secondo Borghi in questo modo "Salvini non potrà più sottrarsi alle domande”.

Il ruolo di Savoini

All'interno della vicenda Moscopoli, prosegue Borghi, è da chiarire anche il ruolo di Gianluca Savoini, tra i principali collaboratori del Carroccio che si recò a Mosca insieme a Salvini durante le visite istituzionali.

Bisogna chiarire la sua figura, visto che prese parte a tavoli ufficiali e un giorno si recò presso l'hotel Metropol per "trattare con personalità russe" con modi discutibili, di cui la stampa di tutto il mondo ha parlato.

Nell'intervista, Borghi si domanda se Salvini fosse a conoscenza di questi fatti. A suo avviso non vanno accertati reati, perché a questo ci penserà la magistratura, ma bisogna affrontare il caso "dal punto di vista della lealtà istituzionale e della sicurezza nazionale”.

L'obiettivo è capire se si sono verificati comportamenti ambigui compiuti da quanti rappresentavano lo stato e le istituzioni e se questi inoltre intrattenevano rapporti con uno Stato estero. Si domanda anche se ci sia stato l'obiettivo di "inquinare il clima politico italiano", magari interferendo sul voto dei cittadini italiani.