Il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova è stato ospite di Omnibus, trasmissione di La 7. Nell'occasione si è tornati a parlare di migranti e sull'impatto che la loro presenza avrebbe nel mondo agricolo. In particolare è stato sottolineato come, ad oggi, esisterebbe il rischio che le produzioni restino ferme qualora non si facesse in modo di rendere possibile un flusso regolare di persone extra-comunitarie destinate ad arrivare sul territori, sapendo di trovare un lavoro regolare. Parole che hanno come presupposto l'opinione del Ministro dell'ormai famosa manifestazione sovranista di Piazza San Giovanni dello scorso 19 ottobre, in cui ci sarebbe stato, secondo la Bellanova, un diverso approccio al 'diverso' rispetto a quanto avvenuto, ad esempio, nel corso della Leopolda di Matteo Renzi.

Per la Bellanova c'è uno Stato distratto verso le aziende

"Quando ci sono uomini e donne che si muovono vanno rispettate". Con questa frase il Ministro Teresa Bellanova ha voluto aprire il suo pensiero su quello che sarebbe il pensiero emerso dai manifestanti di Piazza San Giovanni. "La soluzione - ha evidenziato - non è individuare il nemico. Che in questo paese ci siano delle emergenze è noto a tutti. Che c'è un problema di lavoro e di aziende che chiudono e che non hanno progetti alternativi". Rivela poi altri aspetti che, secondo lei, sarebbero già noti, ossia "che lo Stato spesso si è distratto a tutti i livelli e magari con le imprese si è avuto un confronto spesso superficiale, senza andare a comprendere quali piani industriali si stavano facendo e come si stavano modulando gli investimenti pubblici".

La Bellanova vuole costruire una piazza che non teme il diverso

Poi definisce in maniera contrariata quella che è l'interpretazione sbagliata che alcuni stanno dando del momento, ossia che "il nemico è sempre quello che sta peggio di noi. L'immigrato, il diverso ed il povero". La Bellanova vorrebbe arrivare a dare vita ad un altro tipo di coscienza pubblica.

"La piazza - rivela - che io voglio costruire è quella che dice: ci sono tante criticità, ma noi insieme ce la dobbiamo fare. Non possiamo - evidenzia - alimentare il rancore e non possiamo dire che chi è diverso deve essere emarginato. Dobbiamo parlare a quelle aziende che dicono che gli immigrati non sono i loro nemici. Se non arrivano in modo regolare, da poter avere un contratto regolare, le produzioni rimangono nei campi.

Al nord, non solo al sud , ci sono - rivela - aziende che dicono di dare a vita flussi regolari di manodopera perché non troviamo persone che raccolgono i prodotti. Questo - conclude - in Piazza San Giovanni non è arrivato, si doveva far vedere l'invasore che viene a mettere in discussione le nostre certezze".