In occasione della puntata di questo martedì 29 ottobre di "Tagadà", in onda su La7, si è parlato della sconfitta del centrosinistra alle elezioni umbre ma anche più in generale della crisi ormai storica in cui versa la sinistra in Italia. A tal proposito è intervenuto in studio fra gli altri anche l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, il quale si è espresso a tutto tondo sul tema in questione.

Bertinotti: 'Sinistra espulsa dal Governo delle sue città, gli eredi di PCI e PSI sono diventati ceto amministrativo'

Fausto Bertinotti ha esordito affermando: "Io credo che riassuntivamente siamo di fronte al crollo di un sistema economico e sociale, di un sistema politico e del sistema di questo sistema, ovvero prima del Partito Comunista e del Partito Socialista e poi della sinistra in generale.

E' proprio come se fosse crollato un edificio, sprofondando. Si pensi ai comuni rossi dell'Umbria che già alle elezioni amministrative erano stati conquistati dalle destre: Perugia, Terni, Orvieto, Spoleto... La sinistra è stata espulsa dal Governo di quelle che erano state le sue città".

Interpellato sulla foto che qualche giorno fa a Narni aveva visto insieme il premier Conte insieme a Di Maio, Zingaretti e Speranza, l'ex presidente della Camera ha detto: "Questi sono già i titoli di coda, anche un po' deprimenti, perché mettono in luce anche gli errori tattici di una coalizione che ha perso l'orientamento. Però sarebbe un errore farsi abbagliare dai titoli di coda, perché il problema è molto più profondo.

Il PCI e il PSI che governavano le città rosse erano partiti di popolo: quella costruzione gigantesca è crollata, mentre i partiti che avrebbero dovuto ereditare quella storia, rinnovandola, sono invece trasmigrati, hanno abbandonato il campo della società e sono diventati un ceto amministrativo. La Politica non sopporta vuoti, semmai li riempie".

Fausto Bertinotti spiega i limiti dell'alleanza PD-M5S

L'ex segretario di Rifondazione Comunista ha poi aggiunto: "Attualmente al Governo c'è un'alleanza che è frutto sempre di un elemento di disperazione. Non c'è un elemento propositivo nella costituzione di queste forze. Una motivazione forte che li tiene insieme è quello di impedire che Salvini vada al Governo, lui rappresenta una forza di destra.

Essere un partito di massa non impedisce di essere di destra, come lo sono ad esempio Trump e Bolsonaro, entrambi sopra il 40% dei consensi nei rispettivi Paesi ed entrambi esprimono una pulsione di destra. La paura di tutto ciò muove quindi questa alleanza".

Poi Bertinotti ha concluso: "Questa alleanza si nasconde dietro a un elemento civico, di cui non ha niente, ma in realtà è l'ultimo tassello di un fallimento. Bisogna dare un giudizio sulle forze in campo. Secondo me il Pd ha subito una mutazione genetica fino a diventare una formazione moderata, mentre il M5S è una forza populista trasversale che ha smarrito progressivamente i suoi elementi di sinistra. Pertanto quella fra loro è un'alleanza fra due forze moderate, che non sono in grado di raccogliere il malcontento popolare e perciò sono destinati al fallimento".