Il dibattito politico attorno alla questione Mes si fa sempre più acceso. L'opposizione continua a muovere accuse piuttosto pesanti nei confronti del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Su Twitter il deputato della Lega Nord Claudio Borghi ha messo in rilievo quelli che sarebbero gli ingenti impegni economici che l'Italia dovrebbe assumersi nel caso in cui si realizzasse davvero la temuta riforma del fondo salva-Stati. In particolare, il leghista ha sottolineato i sacrifici ingenti che l'Italia dovrebbe fare se questa eventualità dovesse realizzarsi.
111 mld di differenza tra versato e capitale
Borghi ha provveduto a diffondere una tabella in cui vengono indicate le cifre che ciascuno Stato aderente al Mes ha versato e l'importo che dovrebbe versare per mantenere fede al patto europeo. "Questa tabella - ha scritto - indica quanto capitale del Mes abbiamo già versato e quanto è il capitale sottoscritto". Da un lato compaiono 14,33 miliardi di euro come cifra già versata, dall'altro, invece, appare la cifra di 125,40 miliardi di euro. La differenza fa esattamente 111 miliardi. "È - sottolinea Borghi - quanto ci siamo impegnati a versare a semplice richiesta entro sette giorni".
La vedete questa tabella? Indica quanto capitale del MES abbiamo già versato (14.33 mld) e quanto è il capitale sottoscritto (125,40 mld). La differenza tra i due (111 MILIARDI) è quanto ci siamo impegnati a versare a SEMPLICE RICHIESTA ENTRO SETTE GIORNI. Questa cosa C'E' ANCORA pic.twitter.com/oQJxf1PTib
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) 25 novembre 2019
Borghi cita l'esempio di Amato nel 1992
Rispondendo alle domande dei suoi follower il leghista si concede qualche risposta ironica, destinata, però, a sollevare comunque motivi di discussione.
In particolare la curiosità dei suoi seguaci riguarda la provenienza della cifra che mancherebbe per soddisfare i parametri del Mes. Ci sarebbero 111 miliardi da trovare, una cifra cospicua, per la quale secondo il deputato leghista esisterebbe la possibilità di rinnovare una pratica già vista nel 1992. "Ah - risponde Borghi - ma che problema c'è?".
E la risposta è consequenziale alla domanda ed è piuttosto significativa: "Quello - scrive l'esponente del Carroccio - che manca lo Stato lo può tranquillamente prendere con un click dai nostri conti bancari. L'ha già fatto Amato nel '92 con tecnologie primitive al confronto con le attuali, sai che esitazioni avrebbe Conte a rifarlo per mille pur di compiacere Angela?".
Il nome di battesimo citato ovviamente riguarda la cancelliera tedesca Merkel.
Ah ma che problema c'è? Quello che manca lo Stato lo può tranquillamente prendere con un click dai nostri conti bancari. L'ha già fatto Amato nel '92 con tecnologie primitive al confronto con le attuali, sai che esitazioni avrebbe Conte a rifarlo x 1000 pur di compiacere Angela?
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) 25 novembre 2019
Inevitabile a questo punto domandarsi se il destino sia ineluttabile oppure se esista la possibilità di scongiurare il destino tracciato da Borghi. Alla domanda precisa di un follower la risposta di Borghi è chiara: Il destino non è ancora scritto. E Borghi lo puntualizza in un tweet. "Al momento - scrive - dipende dai deputati e dai senatori, che possono ancora dare un mandato preciso di non firmare a Conte e Gualtieri.
Poi spetterà a loro eseguire il mandato. Se ancora una volta non rispetteranno il mandato, beh... vedete voi".
Al momento dipende dai deputati e dai senatori, che possono ancora dare un mandato preciso di NON FIRMARE a Conte e Gualtieri. Poi spetterà a loro ESEGUIRE il mandato. Se ancora una volta non rispetteranno il mandato, beh... vedete voi
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) 25 novembre 2019