Nella diatriba di questi giorni che riguarda l'accordo sul Mes, Matteo Salvini torna a dichiarare la propria completa e totale contrarietà, ribadita più volte, aggiungendo che esistono prove esaurienti di quanto afferma. "Chiederemo un incontro con il Presidente Mattarella", ha annunciato durante una conferenza stampa che riguardava proprio l'accordo salva-stati. Salvini ha dichiarato con estrema chiarezza di poter dimostrare punto su punto quanto afferma in questi giorni, "Chi è seduto a questo tavolo ha ampia messaggistica, messaggi, whatsapp e quant'altro, con il Ministro del Tesoro e con Conte".
Secondo il capo della Lega non è possibile in alcun modo dire che lui abbia in passato trattato con qualcuno per firmare l'accordo salva-stati, anzi è sicurissimo di poter dimostrare il contrario, tanto da ipotizzare addirittura un esposto nei confronti delle dichiarazioni di Conte. "I nostri avvocati stanno studiando la possibilità di un esposto contro il Governo e Conte" ha detto Salvini, "Questo trattato è un colpo mortale per l'Italia"!
Botta e risposta tra Conte e Salvini
Dal canto suo, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha risposto: "Vada pure in procura, io lo querelerò per calunnia". Colpo su colpo, i due non se le mandano a dire, alimentando lo sconcerto dei cittadini su una vicenda che risulta ancora lontana dall'essere chiarita.
"Ci avevano rassicurato di non aver preso alcun impegno"
Matteo Salvini ha dichiarato che fino a qualche tempo fa tutto sembrava tranquillo, e che lui stesso e gli altri della Lega erano stati rassicurati sul Mes, e sul fatto che non c'era alcun accordo, che l'impegno non era stato ancora preso, poi improvvisamente l'amara sorpresa.
Il leader della Lega ha continuato dicendo che faranno tutto il possibile per bloccare questo accordo, che sarebbe un grave attentato all'Italia, e che ora come ora è necessario sospendere ogni cosa e ricominciare daccapo.
Nicola Zingaretti si è schierato dalla parte di Conte, affermando che Matteo Salvini sta mentendo, e comportandosi così, non farebbe altro che alimentare le paure della gente.
Luigi Di Maio invece, pur tentando di difendere in modo un po' incerto l'operato del Governo di cui fa parte, dichiara che sarebbe meglio analizzare la situazione più a fondo per evitare eventuali danni alla nazione.
Lunedì 2 dicembre alle ore 13:00 il Premier Giuseppe Conte è chiamato a riferire alla Camera dei Deputati sull'argomento, "Lo aspettavamo già oggi", ha detto Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, "ma lui ha fatto sapere che non poteva, speriamo che non ci venga a dire che il provvedimento non è più emendabile, non è possibile, noi andremo comunque fino in fondo".