Doveva essere una "two-horse race", una corsa tra soli due cavalli come direbbero gli inglesi, e invece i conservatori hanno gareggiato praticamente da soli, raggiungendo un traguardo che ha fatto la storia.

Maria Giovanna Zaccaro ci ha raccontato in quest'intervista esclusiva cos'è accaduto secondo lei in Gran Bretagna.

Intervista a Maria Giovanna Zaccaro sull'esito del voto in Gran Bretagna

Le Elezioni politiche le ha stravinte Boris Johnson, te l'aspettavi?

Credo che tutti si aspettassero la vittoria dei conservatori, i sondaggi hanno sempre dato Johnson in vantaggio.

L'ultimo, due giorni fa, aveva previsto la sua vittoria ma con una maggioranza di 28 seggi. Credo che pochi si aspettassero una maggioranza così schiacciante.

Corbyn ha parlato un po' di tutto, proponendo riforme ritenute da sinistra anni '70. Johnson, invece, ha scelto un tema e l'ha portato fino in fondo, cioè la Brexit. Secondo te questo è stato l'elemento che ha fatto la differenza?

Sì, ma non è l'unico. Sicuramente la strategia di Johnson e del suo "Get Brexit done" è stata vincente, i dati lo dimostrano. La gente ne ha avuto abbastanza della Brexit e di tutto quello che ha comportato negli ultimi anni, e vuole che ci sia una fine a questa storia perché un voto, che piaccia o meno, c'è già stato.

Ci sono altri temi come il sistema sanitario, fondi in supporto delle scuole, il bisogno di più poliziotti per le strade che sono importanti per molti cittadini e molti credono che le discussioni e le indecisioni del Parlamento sulla Brexit abbiano tolto tempo e attenzione a tutto questo. Poi non dico nulla di nuovo se dico che i laburisti sono stati spesso accusati di avere una posizione poco chiara e confusa sulla Brexit e alcuni pensano che questo gli sia costato caro.

Però va anche considerato che molti hanno votato in maniera tattica, molta gente che non è a favore della Brexit ha fatto fatica a trovare un'alternativa che potesse davvero fare la differenza, e il sistema elettorale e il fatto che le elezioni siano state a dicembre vanno anche presi in considerazione.

Nei due seggi che hai seguito a Southampton, un seggio l'hanno conquistato i laburisti e un seggio l'hanno conquistato i conservatori.

Rispetto alle scorse elezioni, però, i conservatori hanno preso una valanga di voti nella circoscrizione parlamentare di Southampton Itchen. Come te lo spieghi?

Nel 2016 i cittadini della circoscrizione di Itchen votarono per uscire dall'Europa e i risultati di queste elezioni riflettono esattamente quello che accadde nel referendum.

Johnson ha già promesso l'uscita dall'euro entro il 31 gennaio. Che scenario prevedi per la Gran Bretagna?

La Brexit ci sarà. Quanto tempo ci vorrà finché tutti i dettagli dell'uscita dall'Unione europea vengano concordati, non si sa ancora con certezza. Ma il popolo ha mandato un messaggio forte e chiaro.

L'ex sindaco di Londra è considerato un populista conservatore di destra.

Ma chi è realmente Boris Johnson?

Questa è una domanda che si stanno facendo in molti in queste ora, sia in Gran Bretagna che in Europa. Tutti vogliono sapere quali saranno le sue posizioni ora che può governare con una maggioranza solida. Lo vedremo nelle prossime settimane.

Johnson in Gran Bretagna, Trump negli Stati Uniti, Salvini e la Meloni in Italia. C'è un filo conduttore chiamato populismo. Un vento che tira a destra in tutto il mondo e la gente li premia nelle elezioni. Perché sta accadendo questo? E secondo te la sinistra tornerà ad essere competitiva?

La sinistra potrà tornare ad essere competitiva se imparerà da quello che sta accadendo e guarderà attentamente quali sono state le ragioni che hanno portato ad un calo dei consensi da parte dei suoi sostenitori.

Non credo si possa individuare un solo fattore dietro il populismo, credo ce ne siano tanti e con sfumature diverse nelle diverse nazioni. Però c'è un aspetto che voglio sottolineare e che probabilmente ha anche influito sulla sconfitta dei Labour ed è la personalità del leader del partito. È un fattore che sembra avere un certo peso e lo abbiamo visto anche in queste elezioni. Molta gente dice di aver votato per "Boris" piuttosto che per i "Conservatives", mentre invece alcuni laburisti hanno individuato nella personalità del proprio leader uno dei fattori che ha portato alla sconfitta del partito. Sarà interessante capire come le cose si evolveranno in futuro.

Rispetto a cinque anni fa, quando sei arrivata in Gran Bretagna, oggi il clima com'è, cos'è cambiato e quali rischi prevedi per i giovani che in futuro vogliono sbarcare nel Regno Unito?

La Gran Bretagna non è più quella di cinque anni fa e quasi sorprende come le cose possano essere cambiate in soli cinque anni. Si sente questo desiderio di uscire dall'Unione europea, e credo che sia capitato agli europei che vivono nel Regno Unito di sentirsi a volte meno "welcomed", benvenuti. Guardando avanti, mi chiedo se gli europei continueranno ad avere qui le stesse opportunità che ho avuto io in questi cinque anni e per le quali sarò sempre grata a questa nazione. Ho iniziato lavorando in un bar e dopo cinque anni mi ritrovo ad essere una giornalista qualificata con tre anni di esperienza in una redazione per di più locale, pur essendo io straniera. Verranno date queste stesse opportunità ai giovani europei che vorranno venire qui e crearsi un futuro partendo da zero?

Sarà facile per loro decidere di trasferirsi qui così come lo è stato per me che non ho avuto bisogno di un visto? Questo non lo so. E se non dovesse succedere questo sarebbe "strano" per un Paese che è stato sempre così ospitale come il Regno Unito. Ma qui lancio una provocazione e rigiro la domanda. Quante opportunità offre l'Italia a chi viene da un altro Paese europeo? Assumerebbe mai a tempo pieno una ragazza o un ragazzo con una conoscenza base della lingua puntando solo sulle loro capacità e voglia di fare? Forse la Brexit dovrebbe fare riflettere un po' tutti.