Nella serata di lunedì 16 dicembre è previsto un importante vertice di governo a Palazzo Chigi. Dopo le tensioni acuitesi nella maggioranza sulla legge di bilancio e sul salvataggio della Banca Popolare di Bari, infatti, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto una verifica allo scopo di ‘blindare’ l’esecutivo giallorosso, scosso dalle critiche delle opposizioni, ma soprattutto da quelle interne, come nei casi del M5S e di Matteo Renzi. A questo proposito, il Corriere della Sera, uno dei più prestigiosi e solitamente informati quotidiani italiani, pubblica un retroscena secondo cui un Conte furioso avrebbe addirittura minacciato i suoi di “staccare la spina” al governo in caso di esito negativo della verifica.
Anticipazione al momento non confermata, ma neanche smentita del diretto interessato.
Le rivelazioni del Corriere della Sera: ‘Scintille tra Di Maio e Renzi’
È firmato a quattro mani, quelle di Monica Guerzoni e di Alessandro Trocino, il retroscena su Giuseppe Conte pubblicato dal Corriere della Sera lunedì 16 dicembre. Il Premier, come già accennato, avrebbe addirittura minacciato i suoi di aprire la crisi di governo in caso di fallimento del vertice in programma stasera. Il Corriere parla apertamente di “primo atto” della verifica sulla reale tenuta dell’esecutivo giallorosso. La tensione è alta, visto che da poche ore il Consiglio dei Ministri ha licenziato un decreto che dovrebbero mettere fine alla crisi della Banca Polare di Bari.
Il quotidiano riferisce di presunte tensioni tra i renziani, soprattutto la Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, ed esponenti del Pd sul termine “salvataggio” usato al posto di “rilancio”. Presunte “scintille”, poi, anche tra Luigi Di Maio e Matteo Renzi.
Lo sfogo di Giuseppe Conte contro i litigi nel governo
Il Corriere della Sera ricorda anche che lunedì 16 è prevista pure la prima votazione in Senato sulla legge di bilancio e prevede persino cosa farà Renzi: “Attaccherà ancora sui finanziamenti ai partiti e proverà a intestarsi le scelte positive della manovra”.
Poi però, in serata, toccherà a Conte provare a “ricompattare” la sua “litigiosa squadra di governo”. Il Pd viene descritto come fortemente deluso e preoccupato dalla tenuta del M5S, il cui capo politico Di Maio avrebbe “perso il controllo dei gruppi” parlamentari. Per questo motivo il Premier punterebbe ad un “rilancio” per arrivare fino al 2023.
Guerzoni e Trocino, pur confermando la volontà di Giuseppe Conte di ricompattare la compagine governativa, riferiscono però il contenuto esatto di un suo presunto sfogo. “Se la verifica di governo fallisse, sarei io per primo a prenderne atto e a staccare la spina”, avrebbe confidato Conte ad alcuni fedelissimi.