Nuovo scontro a distanza sull’immigrazione tra il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il Ministro dell’Interno del suo primo governo, Matteo Salvini. Ospite di Accordi e Disaccordi nella puntata andata in onda sul Canale Nove nella serata di venerdì 13 dicembre, il Premier ha risposto ad una sfilza di domande formulate dai due conduttori del programma, Luca Sommi e Andrea Scanzi. Tra gli innumerevoli argomenti toccati, c’è stato quello della gestione del problema migranti. Conte ha rivendicato i risultati ottenuti in questi mesi dall’esecutivo giallorosso, giudicati addirittura migliori di quelli ottenuti insieme alla Lega, prendendo anche le distanze dal comportamento tenuto a suo tempo dal suo ex Ministro.

La risposta del capitano leghista è arrivata a stretto giro di posta. “Sull’immigrazione ennesima bugia del Premier Conte - riporta le sue parole l’agenzia di stampa Askanews - visto che gli sbarchi con questo governo sono purtroppo aumentati del 100%”.

L’intervista di Giuseppe Conte ad Accordi e Disaccordi: ‘Stiamo ottenendo risultati migliori sui migranti’

Durante la lunga intervista, durata oltre 40 minuti, rilasciata da Giuseppe Conte ad Accordi e Disaccordi, il Premier, come detto, è stato sottoposto ad un fuoco di fila di domande su tutti i temi più scottanti della Politica. Ma è soprattutto sull’immigrazione che si è materializzato l’attacco a Matteo Salvini. “Nel governo che avete fatto insieme quale è stata la cosa che lei ha dovuto digerire delle scelte politiche di Salvini?

Penso ai porti chiusi gestiti con questa forza”, gli domanda Luca Sommi. “Quello non mi è piaciuto affatto ovviamente, anche per la mia sensibilità di giurista - risponde Conte tracciando subito un solco tra lui e il suo ex alleato - noi stiamo ad esempio dimostrando adesso che abbiamo degli ottimi numeri. Anzi, stiamo anche incrementando il numero dei rimpatri, dove prima si è fatto molto poco.

Non stiamo assolutamente superando, anzi, siamo al di sotto come numero di migranti comparativamente alla sua gestione. E lo stiamo facendo, se ci fate caso, senza clamori. Oggi nel dibattito politico non si parla più di immigrazione. Stiamo ottenendo gli stessi risultati, anzi migliori, senza lasciare le persone 20 giorni in mare, ma ottenendo per la prima volta addirittura che, quando arrivano, assegniamo un porto e la richiesta della redistribuzione arriva in Europa da quattro Paesi”.

‘Qualche intervento duro da parte mia nei confronti di Salvini’

“Quindi - prosegue Giuseppe Conte nella sua analisi - non è l’Italia, per la prima volta abbiamo un meccanismo europeo. Ovviamente non ci accontentiamo. Noi vogliamo che, oltre a Germania, Malta, Italia e Francia, si aggiungano altri Paesi già dalla richiesta. Prima non avveniva. Passavo i fine settimana a telefonare a tutti, chiedendo comprensione di volta in volta”. Sommi, allora, lo incalza chiedendogli cosa provasse “umanamente, quando c’erano le vicende della Sea Watch e della Diciotti, con queste persone disperate che fuggivano dalla guerra, che venivano lasciate al largo per giorni”. Il Premier anche in questo caso replica con decisione.

“Sono stato in difficoltà, perché ho sposato e continuo a sposare la linea del rigore - premette - da giurista e da Presidente del Consiglio ritengo che bisogna dare il segnale che in Italia si entra secondo le regole e non in modo clandestino. Questa politica del rigore serve per dissuadere i migranti a partire nel loro stesso interesse, perché è rischioso per la loro stessa vita attraversare il Mediterraneo in quelle condizioni. Detto questo, politica di rigore, però - affonda nuovamente il colpo contro Matteo Salvini - non mi piace affatto che il tutto si riconduca a porto aperto-porto chiuso e si vada alla ricerca dell’immagine dove c’è il reato del migrante. Ci sono stati dei momenti in cui c’è stato sul piano personale da parte mia qualche intervento duro nei confronti di Salvini”.