Matteo Salvini è nuovamente indagato per sequestro di persona. Il Tribunale dei Ministri di Catania ha chiesto al Parlamento di esprimersi sull’autorizzazione a procedere contro l’ex Ministro dell’Interno. Il caso è quello della nave Gregoretti della Guardia costiera a cui, nel luglio scorso, l’allora titolare del Viminale impedì lo sbarco nei porti italiani per tre giorni. A far molto discutere sono state le dichiarazioni rilasciate a Porta a Porta dall’ex alleato di Salvini nel governo gialloverde, Luigi Di Maio. Il capo politico del M5S, ospite mercoledì 18 dicembre di Bruno Vespa, ha anticipato il voto favorevole del Movimento all’autorizzazione a procedere.

Parole che hanno fatto imbestialire il leader della Lega che lo ha definito “piccolo uomo”, ricordando anche che, sull’analogo caso della nave Diciotti, Di Maio e i 5 Stelle votarono in maniera contraria. Nella polemica si inserisce il senatore leghista Roberto Calderoli, il quale lancia un sospetto contro il leader pentastellato: o ha anticipato “a caso, senza studiare” il contenuto degli atti riservati alla Giunta del Senato senza averli letti, oppure, in caso contrario, avrebbe “commesso un reato”.

Roberto Calderoli su Fb: ‘Di Maio come poteva parlare senza aver letto fascicolo Giunta per le Immunità?’

Il caso Gregoretti continua ad agitare le acque della Politica italiana. Matteo Salvini si dice pronto a sfidare i giudici “faccia a faccia” durante un eventuale processo che potrebbe vederlo condannato a “15 anni di carcere”.

Dalla sua parte, ovviamente, si schiera tutta la Lega. A cominciare dall’ex Presidente del Senato, Roberto Calderoli.

Con un lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook nella giornata di giovedì 19 dicembre, il senatore leghista si domanda polemicamente come abbia fatto Luigi Di Maio a fare certe esternazioni sul caso Gregoretti durante la sua partecipazione a Porta a Porta, visto che teoricamente non poteva conoscere il contenuto degli atti riservati alla esclusiva visione dei membri della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama.

‘Le sue meschine voglie di vendetta potrebbero trasformarlo da accusatore in imputato’

Roberto Calderoli prova a ricostruire cronologicamente i fatti. La convocazione della Giunta delle Immunità di Palazzo Madama sarebbe arrivata alle 19:59” di mercoledì 18 dicembre, afferma specificando che “solo da quel momento per la prima volta si trova scritto nero su bianco un ordine del giorno in cui viene menzionato” il caso che vede come protagonista Matteo Salvini.

Ma alle 19:57 dello stesso giorno, cioè due minuti prima, sarebbero uscite sulle agenzie di stampa le prime dichiarazioni di Di Maio il quale, a Porta a Porta, parla di blocco della nave Gregoretti come di una “azione personale” di Salvini e dice “sì” all’autorizzazione a procedere da parte del M5S. Di fronte a queste evidenze, “i casi sono due” per Calderoli: o Di Maio “non ha studiato” e “parlava a caso” senza conoscere il contenuto di quegli atti, oppure “aveva preso visione del fascicolo e ne parlava con cognizione di causa”.

Fatto gravissimo, quest’ultimo, se dovesse essere confermato, perché, spiega Calderoli, “quegli atti riservati sono soltanto nella disponibilità dei membri della Giunta del Senato" e qualsiasi altra persona che ne dovesse prendere visione commetterebbe un "reato". Insomma, le “sue “meschine voglie di vendetta”, conclude il senatore della Lega, potrebbero trasformarlo “dalla veste di accusatore a quella di imputato”.