Luigi Di Maio ha annunciato che il Movimento Cinque Stelle voterà a favore dell'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Gregoretti. La nave rimasta in porto via della politica dei porti chiusi messa in campo dall'allora Ministro dell'Interno e, per la quale, potrebbe scattare per il leghista l'accusa di sequestro di persona per i migranti che erano a bordo dell'imbarcazione. Nel corso della trasmissione Tagadà è intervenuto sulla questione l'ex magistrato Antonio Di Pietro. Nell'occasione ha sottolineato il fatto che, a suo avviso, il comportamento di Di Maio andrebbe catalogato come una "furbata da quattro soldi".
Parole che nascono dal riferimento alle contingenze in cui quelle decisioni erano maturate in un periodo in cui la Lega era al governo proprio con i pentastellati.
Di Pietro si chiede dove fosse il governo allora
La scelta annunciata da Di Maio ha fatto rumore, considerato che i fatti riguardano una fase in cui i grillini governavano con la Lega. Ed è proprio su questo aspetto che Antonio Di Pietro pone l'accento. "Quando - sottolinea - Salvini ha preso, per la seconda volta, questa decisione uguale a quella della prima volta, il governo dov'era?". Tirando in ballo l'esecutivo è quasi logico che ad essere chiamato in causa sia anche il Movimento Cinque Stelle. "Dire - incalza l'ex magistrato - che ha preso una decisione da solo vuol dire che il governo era a letto o è in ferie".
Un po' quasi come a voler sottolineare che il M5S non può permettersi di cadere dal letto ora andando a chiedere di far luce sulle responsabilità di Salvini.
Di Pietro: 'deciderà la Magistratura'
Quello di Di Maio agli occhi di Di Pietro è un cambio d'opinione che non può passare inosservato: "Se si fosse reso conto allora di quel che di dice oggi, già sarebbe dovuto intervenire.
Una corresponsabilità per omissione l'avrebbe anche il governo".
Non manca, inoltre, un commento politico piuttosto stilettante da parte dell'ex magistrato nei confronti del capo politico del Movimento Cinque Stelle. La scelta di annunciare l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, per lui, è senza mezzi termini: "un un atto di ipocrisia, una furbata da quattro soldi".
Di Pietro è comunque un tecnico della materia giuridica e gli si chiede se effettivamente il caso Gregoretti potrebbe avere conseguenze sul piano legale per Salvini. "Penso - evidenzia - che sul piano tecnico, senz'altro, una sequestro di persona , ma la Costituzione prevede che il Parlamento qualifichi come atto politico comportamenti di questo genere". "Se è giusto - conclude - o non è giusto, lo deciderà la Magistratura".