Da quando Matteo Salvini ha lanciato la proposta di dare vita a un “comitato di salvezza nazionale” per affrontare i problemi del Paese, si è scatenata una serie di reazioni politiche di segno contrastante. I leghisti, per bocca di Giancarlo Giorgetti sono arrivati persino a ribadire la loro apertura ad un governo guidato da Mario Draghi, anche se l’ex Sottosegretario dell’esecutivo Conte I non ha citato direttamente il nome dell’ex Presidente della Bce. La proposta del Segretario della Lega, arrivata in diretta tv domenica sera, 15 dicembre, durante il talk show Non è l’Arena, condotto da Massimo Giletti, ha lasciato perplessa l’alleata sovranista Giorgia Meloni che l’ha definita “incomprensibile”.
Più spinoso nel commento si è rivelato l’ex Premier Enrico Letta, convinto che la mossa di Salvini serva solo a nascondere la sua consapevolezza del fatto che non ci saranno elezioni a breve. Al dibattito si aggiunge anche il fedelissimo salviniano Gian Marco Centinaio il quale, ospite di Myrta Merlino a L’aria che tira, parla di “governo di emergenza nazionale”.
La proposta di Matteo Salvini: ‘Sedersi tutti intorno a un tavolo per un comitato di salvezza nazionale’
Ospite di Massimo Giletti a Non è l’Arena nella serata di domenica 15 dicembre, Matteo Salvini passa in rassegna tutti gli attuali problemi del Paese: fabbriche e aziende che chiudono, crisi della Banca Popolare di Bari, migliaia di posti di lavoro a rischio, code negli ospedali, ferrovie vetuste.
“Io propongo - dice il leader della Lega - e lo faccio da prima forza Politica del Paese, di fermarsi tutti, deporre le armi, sedersi tutti, da destra a sinistra, attorno a un tavolo, insieme a imprenditori, sindacati, liberi professionisti, avvocati, commercianti, e di prendere in mano le cinque priorità del Paese: lavoro, tasse, salute, infrastrutture e giustizia.
Trovare un accordo tra tutta la politica. Perché se saltano le banche, chiudono le aziende e crollano i viadotti, evidentemente l’Italia ha un problema che va al di là della politica. Quindi, fermare i litigi, sedersi tutti intorno a un tavolo per un comitato di salvezza nazionale, trovare l’accordo tra tutti per queste cinque emergenze e poi tornare a votare”.
Le reazioni di Giorgetti, Meloni e Centinaio
L’inaspettata apertura di Matteo Salvini ad un comitato di salvezza nazionale è stata poi perfezionata dal suo braccio destro, Giancarlo Giorgetti. Alla domanda postagli da un giornalista del quotidiano La Stampa sul comportamento tenuto dalla Lega nel caso della nascita di un governo di emergenza, l’ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio risponde di avere come preferenza per il ruolo di Premier “qualcuno attualmente disoccupato che gode di prestigio, ha fatto bene in Europa e così via. Why not?”. Chiaro riferimento alla risposta positiva già data qualche tempo fa dal suo leader all’ipotesi Mario Draghi Premier. “Proposta incomprensibile - così reagisce invece Giorgia Meloni - basta con governi nati in laboratorio: se Mario Draghi vuole fare il Premier si candidi, e se vince farà il premier.
Qualunque altra ipotesi per me non esiste”. Ma la Lega tira ormai dritto. “Salvini è diventato così buono da fare andare Draghi a Palazzo Chigi?”, domanda Myrta Merlino a Gian Marco Centinaio. “Secondo noi si va al voto - replica il senatore leghista durante L’aria che tira - ma se come sembra c’è una parte anche di parlamentari di centrodestra che, invece, farebbero di tutto per di mantenere la cadrega, allora ragioniamo su un governo di emergenza nazionale”.