Giorgia Meloni, attraverso un video apparso sulla sua pagina Facebook, ha manifestato l'intenzione di presentare una serie di interrogativi nei confronti del governo Conte.
In relazione all'emergenza Coronavirus, la leader di Fratelli d'Italia ha messo in evidenza come si sia proclamato lo stato di emergenza già lo scorso 31 gennaio, senza però attivarsi su diversi fronti. Quelli che, oggi, almeno nella sua ricostruzione, avrebbero potuto evitare situazioni come quelle attuali in cui si fa i conti con carenze di mascherine e dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario.
Interrogativi che diventano accuse dalla Meloni
Secondo Giorgia Meloni l'esecutivo sarebbe in debito nei confronti degli italiani di alcune risposte rispetto a certi interrogativi. Il pensiero della leader di Fratelli d'Italia viene esplicitato da alcune chiare parole. "Nella nostra testa - ha detto - ci sono domande che si fanno milioni e milioni di italiani alle quali chiediamo una risposta chiara".
I dubbi di Giorgia Meloni partono da un fatto che si sarebbe verificato ormai diverse settimane fa.
"Perché - chiede - il 31 di gennaio il governo italiano vara un decreto con il quale stabilisce un'emergenza sanitaria per i successivi sei mesi, ma poi non fa assolutamente niente di conseguente a quella scelta?".
E' una domanda, ma in realtà il quesito contiene anche un'affermazione. Secondo la numero uno di Fratelli d'Italia, infatti, da parte dell'esecutivo non sarebbe stata messa in moto una macchina che avrebbe, almeno nelle sue idee, evitato di fronteggiare quella che oggi è una conclamata assenza di mezzi per contrastare l'emergenza.
Il riferimento va, ad esempio, a mascherine, dispositivi di protezione personale in genere e ventilatori polmonari. Tutti articoli per i quali l'Italia si è particolarmente attivata nelle ultime settimane e che, secondo Giorgia Meloni, avrebbero potuti essere ricercati in maniera previdente.
Meloni ricorda invio di materiale in Cina
C'è un'altra domanda che la leader di Fratelli d'Italia intende girare al governo e al Presidente del Consiglio. "Perchè - annuncia di voler chiedere - il 15 febbraio, in collaborazione con le Nazioni Unite, manda 18 tonnellate di strumenti sanitari in Cina?".
A suo avviso si tratterebbe di questioni sulle quali gli italiani devono sapere. "Avere risposte - ha detto - a quelle domande è fondamentale per meglio affrontare i problemi che avremo".
Non resta che attendere per capire quale potrà essere la risposta del governo, tenuto conto che le domande contengono anche delle velate accuse nei confronti della condotta dell'esecutivo che è al timone del Paese.