In piena emergenza Coronavirus, nel momento più critico della pandemia, Matteo Renzi scatena le ire della comunità scientifica italiana. In un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano Avvenire, il leader di Italia Viva propone la riapertura del 'Sistema Italia' con tanto di date certe: le fabbriche prima di Pasqua, le scuole a inizio maggio.

Ieri, nel giorno più nero dall'inizio dell'emergenza in Italia, Renzi enuncia la sua linea 'controcorrente': per il senatore, il Paese non può permettersi di restare a casa aspettando il vaccino, ma deve tornare al lavoro.

All'emergenza sanitaria ed economica, si assocerebbero problemi di tenuta democratica con rivolte sociali dettate dalla fame. La soluzione proposta è bocciata dagli esperti.

Renzi, cosa ha detto nell'intervista all'Avvenire

Nella sua modalità di comunicazione politica, Renzi ama lanciare parole d'ordine. Quella del momento è "Riapriamo tutto". Nell'intervista al quotidiano cattolico, il leader di Italia Viva spiega che non possiamo aspettare che tutto passi, in previsione di un anno, forse due, in attesa del vaccino. Tempi troppo lunghi: restando mesi a casa, la gente non morirà di Covid-19 ma di fame.

Per Renzi, la strada è una sola: con attenzione, gradualità, rispettando il distanziamento sociale, tutto deve riaprire.

Prima di Pasqua, le industrie. A seguire, scuole, negozi ed attività commerciali, librerie e anche le messe. Tasse, affitti, mutui vanno bloccati. Lo Stato deve dare garanzie alle banche che a loro volta devono garantire liquidità. Per non far saltare posti di lavoro, nell'analisi dell'ex presidente del Consiglio, vanno fatte ripartire le aziende tenendo conto anche della realtà del lavoro nero.

Le misure assistenziali quali il reddito di cittadinanza per tutti, per Renzi non funzionano. Per il senatore, il 'decreto Cura italia', è troppo farraginoso, ha bloccato le libertà di sessanta milioni di italiani, ma non il virus della burocrazia.

Renzi, la comunità scientifica boccia la sua proposta

Nomi e volti che in questo periodo drammatico della storia, gli italiani hanno imparato a conoscere aspettando ogni giorno il loro pronunciamento in tv, tra speranze, paura, illusioni e disillusioni.

Pierluigi Lopalco, Roberto Burioni, Gianni Rezza, Fabrizio Pregliasco: tutti 'bocciano', senza se e senza ma, la proposta di Renzi.

Per l'epidemiologo Lopalco, riaprire le scuole a maggio è follia, ed è sbagliato fare proclami, illudere e dare false speranze alla popolazione. Il virologo Burioni, in un tweet scrive che bisognerà pensare a un ritorno alla normalità, ma non adesso: in questo momento la situazione è ancora talmente grave da rendere irrealistico qualunque progetto di riapertura a breve.

Anche per un altro esperto, Fabrizio Pregliasco, è prematuro pensare alla riapertura delle scuole.

In questa fase, bisogna evitare che la terribile conta dei morti che c'è stata in Lombardia, possa replicarsi in altre regioni. Per il presidente della Fondazione GIMBE, il medico Nino Cartabellotta, esperto di ricerca e sanità del nostro Paese, da come parla, Renzi dimostra di non aver imparato nulla dalla tragedia di Bergamo. Riaprire prima di Pasqua, equivarrebbe a sacrificare vite umane per far ripartire l'economia. Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, ritiene che quando saranno visibili gli effetti delle misure restrittive governative, si potrà cominciare a pensare al dopo.

Renzi, la politica lo critica

Il mondo politico critica Renzi aspramente.

Carlo Calenda bolla il discorso del suo ex segretario di partito come poco serio. Il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, considera quella di Renzi una provocazione dettata da uno stato di disperazione politica. Il capo politico del M5S, Vito Crimi, boccia la politica dello slogan in cui si oscilla dall''Apriamo tutto' al 'Chiudiamo tutto' e ritorno. Elogia invece il presidente del Consiglio per come sta affrontando l'emergenza con discernimento ed efficienza. Tra le voci insorte contro Renzi, c'è anche quella di Selvaggi Lucarelli che via tweet lo invita a farsi un giro negli ospedali lombardi, ma anche a rivolgersi a un esperto. Renzi con un video sulla sua pagina Facebook, rilancia la sua proposta cercando di replicare all'ondata di critiche.

Sostiene che molti avrebbero commentato la sua intervista senza neanche averla letta. Cerca di aggiustare il tiro, precisando che la riapertura delle fabbriche ad aprile da lui ipotizzata, dovrebbe essere “a macchia di leopardo”, e prevedendo analisi sierologiche agli studenti prima di tornare in classe.