Gianluigi Paragone, servendosi della sua pagina Facebook, si mostra particolarmente critico nei confronti della bozza del Documento di Economia e Finanza per il 2020. Secondo il senatore ex M5S, con la strategia trapelata fino ad ora sui media "si certifica il crollo dell'economia". Nel post che lancia l'articolo scritto sul suo sito ilparagone.it, pone l'accento su due voci messe tra virgolette: "riforma della tassazione" e "nuove imposte ambientali". Punti in cui, almeno nella sua visione, trova la buccia di banana su cui scivolerebbe l'esecutivo in vista di una fase in cui sarà necessario rilanciare l'economia.

Iva non sarà aumentata nel 2021 e negli anni a seguire

La prima bozza relativa al Documento di Economia e Finanza relativa al 2020 parla di una discesa del Pil dell'8% e di un deficit al 10,4%. Molte delle cifre negative previste dipenderanno dall'effetto delle misure straordinarie necessarie a ridare vigore all'apparato economico in una fase segnata dagli eventi di portata straordinaria che sono sotto gli occhi di tutti. L'obiettivo, da quanto emerge in uno dei passaggi della bozza del Def, è quello di rilanciare gli investimenti, pubblici e privati.

Nell'analisi dei punti del programma ancora ipotetico, sul sito di Gianluigi Paragone si saluta con favore il fatto che sia stato fissato l'obiettivo di sopprimere la possibilità di un aumento dell'Iva per il 2021 e per gli anni a seguire.

Questo è, però, l'unico aspetto verso il quale emerge un punto di vista positivo da parte del senatore. "Per il resto - si legge - gli interventi sul fronte fiscale sono pressoché inutili".

Paragone gradirebbe una 'pace fiscale'

Quello che genera scarsa convinzione in Paragone sulla bontà della strategia adottata, sarebbe il fatto che nel documento come misure per il rilancio economico ci sarebbero propositi di "contrasto all'evasione fiscale" e "imposte ambientali".

Paragone, pensando evidentemente alle aziende in difficoltà per il crollo dei consumi, auspica invece un altro tipo di approccio al problema. "Il fatto - si legge - che sul tavolo non ci sia un pace fiscale, per mettere agli agli imprenditori di tirare il fiato e continuare a pagare regolarmente fornitori e dipendenti, preoccupa non poco".

In sostanza, secondo il senatore sarebbe più opportuno trovare una soluzione ecumenica tra lo Stato e tutti coloro che magari sono insolventi nei confronti dello stesso, in maniera tale da permettere loro la possibilità di mettere in circolo la propria liquidità attraverso investimenti nelle loro aziende e consumi. Una soluzione che, come spesso accade quando si parla di sgravi su insolvenze fiscali, potrebbe far discutere. Occorre precisare che, al momento, le discussioni sono su una bozza del Def e quelle di Paragone restano, dunque, solo considerazioni personali.