Anche Mario Monti irrompe nella polemica che infuria sul Mes e sugli altri strumenti finanziari che l’Europa potrebbe adottare per cercare di arginare la drammatica crisi economica in atto. Con un editoriale scritto per il Corriere della Sera, l’ex Presidente del Consiglio (2011-213) punta il dito contro il Governo che lo precedette, quello guidato da Silvio Berlusconi. Sarebbe stato l’allora Popolo delle Libertà, appoggiato dalla Lega e con Giorgia Meloni Ministro, a preparare e decidere in Europa l’adozione di strumenti come il Mes. Un’accusa che suona come una difesa verso Giuseppe Conte, criticato aspramente proprio da Salvini e Meloni perché tacciato di aver già attivato il Meccanismo europeo di stabilità.
Il giudizio positivo di Mario Monti sulle decisioni dell’Eurogruppo
In un editoriale firmato per il Corriere della Sera, pubblicato nell’edizione di sabato 11 aprile, Mario Monti definisce subito e senza esitazioni l’accordo raggiunto all’Eurogruppo tra i Ministri delle Finanze Ue “un altro passo in avanti” verso la definitiva risposta dell’Unione europea all’emergenza economica in corso. Un accordo che segue le decisioni già prese in questo senso dalla Commissione e dalla Banca Centrale europea. A suo modo di vedere, il nostro Paese non sarebbe uscito affatto “male” dalle negoziazioni avvenute in video conferenza, ma ci tiene a segnalare il “rischio” che si potrebbe correre facendone un uso sbagliato.
Monti denuncia quelli che secondo lui sono due “mantra” legati a quanto deciso dall’Eurogruppo. Il primo è che il Governo italiano dovrebbe fare di tutto per non attivare il Mes. Il secondo riguarda l’Ue che non deve mettersi in testa di aver davvero aiutato i suoi membri in difficoltà, visto che ha bocciato gli eurobond. Autori di queste critiche ingiustificate sarebbero non solo i rappresentanti delle opposizioni, come Matteo Salvini della Lega e Giorgia Meloni di Fd’I, ma anche diversi esponenti del M5S, partito che teoricamente sostiene il Governo Conte.
Monti punta il dito contro Berlusconi, Meloni e Salvini
Mario Monti invoca una “maggiore lucidità”, soprattutto per quanto riguarda il Mes che, insieme ad uno strumento precedente, il Fesf, sarebbe stato “preparato e deciso” in Europa durante il biennio 2010-2011, quando a rappresentare l’Italia c’erano Silvio Berlusconi al Consiglio europeo e Giulio Tremonti all’Eurogruppo e all’Ecofin.
Governo italiano guidato allora dal leader di Forza Italia e retto “sull’alleanza Pdl-Lega”, del quale faceva parte anche Giorgia Meloni in qualità di Ministro, mentre Salvini a quei tempi era europarlamentare del Carroccio. Insomma, spiega Monti, la scelta di approvare il Mes venne presa dall’Ecofin tra il 9 e il 10 maggio 2010, mentre il 25 marzo del 2011 i capi di Stato e di Governo, riuniti nel Consiglio europeo, ribadirono le condizionalità della concessione di una eventuale assistenza finanziaria agli Stati membri attuata per mezzo del Mes.
‘Berlusconi accettò le condizioni draconiane della Bce’
L’ex Premier svela anche che l’esperienza vissuta dalla Grecia, definita da lui “umiliante”, lo convinse a non accettare la “calata della troika” in Italia “nonostante le condizioni draconiane” imposte allora dalla Bce e accettate da Berlusconi.
Monti, insomma, sconsiglia a Conte di accettare le “forche caudine” rappresentate da “meccanismi preparati in Europa dal Governo Berlusconi-Lega”. Anche se, conclude, il Mes di oggi, con la sua “condizionalità leggera”, non rappresenterebbe un pericolo per l’Italia. Considerato anche il fatto che gli eurobond al momento sembrano solo una illusione.