In tutto il mondo si sta allestendo in fretta e furia il "coccodrillo" di Kim Jong-un e sembra quasi ci sia una gara tra le testate internazionali per chi sarà il primo a comunicarne l'avvenuto decesso. Ma è davvero morto? Finché non viene comunicato dagli organi di informazione del regime nordcoreano siamo nel campo delle pure ipotesi. Certo è che la sua assenza dalle ultime, importanti cerimonie ufficiali che scandiscono il calendario degli eventi in Corea del Nord è abbastanza sospetta, ma non ci sono fonti autentiche e affidabili e tutto ciò che sta passando in questi giorni si muove nel campo delle pure ipotesi.

L'indiscrezione 'ambigua' di TMZ

In tanti nella serata del 25 aprile si sono affrettati a riportare la notizia che TMZ avrebbe confermato la morte del dittatore, salvo poi correggere gli articoli in corso d'opera. Lo stesso TMZ, citando fonti cinesi provenienti da Hong Kong (passaggio piuttosto ardimentoso per considerarla una fonte affidabile) ha scritto a chiare lettere che non è in grado di confermare nulla. Ribadiamo che, in questo mistero, l'assenza del protagonista principale è l'unico elemento che abbiamo per poter dire che qualcosa non quadra, se Kim fosse in ottima salute avrebbe lui stesso smentito le indiscrezioni sulla sua prematura dipartita, anche se a onor del vero non è la prima volta che "scompare" per poi riapparire tempo dopo senza colpo ferire.

Il problema piuttosto è un altro: trattandosi nello specifico della Corea del Nord e, dunque, dell'unica dittatura ereditaria esistente al mondo, chi potrebbe prendere il posto del giovane leader nel caso in cui fosse passato davvero a miglior vita? Il nome della sorella minore, Kim Yo-jong, è quello più accreditato.

La 'Iron Lady' di Pyongyang

Cosa sappiamo di Kim Yo-jong? La sua fama internazionale la si deve principalmente all'apparizione nella tribuna delle autorità nel corso della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, in Corea del Sud. Era il 9 febbraio 2018 e fu l'inizio del disgelo: da lì a pochi mesi ci sarebbero stati gli storici incontri di Kim Jong-un con il presidente sudcoreano Moon Jae-in e, soprattutto, con il presidente americano Donald Trump.

La giovane Kim sarebbe nata a Pyongyang nel settembre del 1988, avrebbe dunque 31 anni, ma anche in questo caso le informazioni non sono certe. Si sa che è la sorella minore di Kim Jong-un e, dunque, nipote del "padre della patria" Kim Il-sung e figlia dell'ex leader Kim Jong-Il che sembra avesse una predilezione per lei. Avrebbe frequentato le scuole in Svizzera, avrebbe studiato danza prima di fare ritorno in Corea. Alcune fonti affermano che abbia assunto la guida del Paese temporaneamente nel 2014, quando il fratello venne ricoverato per un problema alle caviglie. Si sa per certo che accompagna il dittatore nella maggior parte degli eventi pubblici e politici a cui partecipa e, soprattutto, che ne sia la "mente" dal punto di vista organizzativo.

Braccio destro di Kim Jong-un

Se Kim Yo-jong fosse un uomo non ci sarebbe alcun problema a indicarlo come erede naturale dell'attuale leader, ma la Corea del Nord è un Paese con una certa struttura patriarcale. Non è comunque la prima donna a rivestire importanti cariche di Stato: Kim Kyong-hui (sorella dell'ex leader Kim Jong-Il) aveva assunto un ruolo importante, diventando membro supplente dell'ufficio politico, ma non era mai intervenuta direttamente nella Politica del leader, cosa che invece è accaduto con Kim Yo-jong che riveste lo stesso incarico, ma dirige anche il dipartimento per la propaganda del Partito del Lavoro di Corea. Ad oggi è risaputo che si tratta di un autentico braccio destro di Kim Jong-un, a differenza del fratello maggiore Kim Jong-chul di cui si sa pochissimo, salvo che non avrebbe mai iniziato una vera carriera politica.

Sarebbe la prima donna leader del Paese

Inutile dire che se il leader è davvero morto, Kim Yo-jong ha sicuramente l'esperienza e le competenze necessarie per ereditarne il ruolo considerato che in questi anni ha partecipato attivamente alle politiche interne ed estere del regime. Una donna alla guida della Corea del Nord riscriverebbe certamente la storia del Paese, ma a tutti gli effetti non cambierebbe di una virgola i metodi.

Bruce Bennett, esperto di politica nordcoreana, l'ha definita "intelligente e calcolatrice" chiedendosi "chi può dire quanto potere sia stata in grado di accumulare lavorando nell'ombra?". Secondo un analista, citato dall'agenzia di stampa Associated Press, "lei ha possibilità superiori al 90 per cento di ereditare il potere del fratello".

In tal senso, si sarebbe già costruita una discreta "fama" negli Stati Uniti visto che dal 2017 è stata inserita nella lista nazionale specialmente designata e delle persone bloccate del dipartimento del Tesoro a causa di presunte "ripetute violazioni dei diritti umani".

Negli ultimi anni si è mossa in simbiosi con il fratello e ne conosce il pensiero e la politica meglio di chiunque altro. Tra le indiscrezioni, quella che diriga anche il dipartimento della sicurezza anche se non ci sono conferme ufficiali in merito. Insomma, sarebbe una leader in grado di cambiare tutto (in quanto donna) perché tutto poi alla fine resti uguale, quasi di gattopardiana memoria.