Abbassare l’Iva allo scopo di far ripartire i consumi in Italia. È questa l’intenzione espressa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine degli Stati generali dell’economia svoltisi nella romana Villa Pamphilj. In realtà, quella avanzata dal premier al momento resta soltanto un’ipotesi messa sul tavolo. Il taglio dell’Iva sarebbe valido solo per alcuni mesi e la riduzione di uno o due punti percentuali dovrebbe andare a favorire in maniera selettiva solo alcune categorie di cittadini e di imprese maggiormente colpite dagli effetti economici della pandemia di coronavirus.

La proposta avanzata da Conte viene, però, sonoramente bocciata dal parlamentare della Lega Antonio Maria Rinaldi.

La proposta di Giuseppe Conte di taglio selettivo dell’Iva

Le parole di Giuseppe Conte su una possibile riduzione dell’Iva, come già avvenuto in Germania, provocano immediatamente un’aspra discussione Politica. L’idea del governo giallorosso sarebbe quella di favorire alcune fasce della popolazione e delle piccole e medie imprese che più hanno sofferto le conseguenze del lockdown. Una delle idee riguarderebbe la riduzione dell’Iva su diversi beni considerati di largo consumo. Le misure dovrebbero andare incontro ai bisogno di diverse categorie produttive, tra cui quelle del turismo, della ristorazione e dei servizi.

Il taglio dell’Iva sarebbe comunque a tempo, qualche mese.

L’opinione di Antonio Maria Rinaldi

“Qui il problema è molto semplice”, afferma Antonio Maria Rinaldi, ospite di Coffee Break su La7 nella mattinata di martedì 23 giugno. L’europarlamentare della Lega ricorda polemicamente che “già due mesi fa la Germania aveva dato come ricetta economica per l’Italia l’introduzione di una patrimoniale e l’aumento dell’Iva”.

A Rinaldi, dunque, non sembra corretto “andare adesso a dire, nel momento in cui stanno decidendo quale tipo di supporto finanziario l’Europa deve dare ai vari Paesi compresa l’Italia, ‘guarda che questi soldi io li utilizzo solo per quel motivo’”.

‘Non è che abbassando di uno o due punti l’Iva riprendono i consumi’

Insomma, a suo modo di vedere “è giusto entrare nell’ordine delle idee di fare una riforma fiscale, ma a 360 gradi, dove è prevista anche l’Iva.

Poi attenzione - avverte Rinaldi - cosa significa abbassare l’Iva? Di un punto o due punti non significa assolutamente nulla, è impercettibile. La Lega va oltre e dice che, nel caso di una riforma completa, va bene anche una sostanziosa riduzione dell’Iva, ma non temporale per due o tre mesi, perché vuol dire fare il solletico all’elefante praticamente. Ma in questo momento il problema è di reddito - prosegue Rinaldi nel suo sfogo contro il governo - cioè, noi dobbiamo dare il reddito agli italiani che in questo momento si è notevolmente abbassato. Quindi, se gli italiani non hanno soldi in tasca, tu l’Iva la puoi mettere anche allo 0%, ma poi la gente purtroppo non compra. Non è che abbassando di uno o due punti le aliquote dell’iva riprendono i consumi.

Magari. Bisogna dare prima la capacità reddituale agli italiani che hanno perso il lavoro o diminuito sensibilmente le proprie entrate e poi si potrà parlare di vantaggio dell’abbassamento dell’Iva”, conclude Rinaldi.