I 209 miliardi ottenuti dall'Italia con il Recovery Fund hanno suscitato apprezzamenti nei confronti di Giuseppe Conte. La condotta del premier è stata lodata soprattutto per aver tenuto testa ai così detti "paesi frugali" che avevano messo in conto un minore impegno nell'aiutare l'Italia. Vittorio Feltri nel suo editoriale apparso su Libero, ha invece espresso quelle che, a suo avviso, sono le criticità di un accordo che viene salutato con giubilo da buona parte dell'opinione pubblica.

Feltri su Libero sottolinea che il Recovery Fund è prestito

L'Italia come è noto riceverà 82 miliardi a fondo perduto e 127 di prestiti.

Proprio su questi ultimi si indirizzano le puntualizzazioni di Vittorio Feltri. Il giornalista manifesta perplessità per la gioia con la quale i media hanno accolto la notizia. Dall'articolo del direttore si evidenzia lo stupore per il fatto che non si metta in risalto quello che, per lui, è un dato di fatto importante. "I quattrini elargiti all'Italia - precisa - non sono regalati. Trattasi di prestito e i prestiti per definizione vanno restituiti, meglio presto che tardi". Nella ricostruzione fornita da Vittorio Feltri i fondi ricevuti (parte a fondo perduto e parte davvero in prestito) rappresentano uno strumento che non fa che aggravare l'altissimo debito pubblico italiano."Complimenti Peppino" commenta ironicamente il giornalista, sottolineando l'operazione svolta da Conte nella mediazione europea.

Feltri parla di una possibile patrimoniale

In prestito o a fondo perduto, in ogni caso, i soldi del Recovery Fund come è noto serviranno a finanziare la ripresa economica. Secondo Vittorio Feltri, però, ad oggi nessuno si starebbe preoccupando di individuare il metodo con cui l'Italia rimborserà quanto dovuto a Bruxelles. Una possibile strategia, secondo il giornalista, sarebbe quella rivelata da Libero in un articolo che, come lui stesso puntualizza, è firmato da Paola Tommasi.

"L'esecutivo - specifica Feltri - pensa già di incattivire la tassa di successione, cioè una patrimoniale sbilenca". Fa l'esempio di un patrimonio di 200.000 euro che, una volta morto, lascerebbe al figlio, il quale nella sua previsione rischierebbe di doverne pagare la metà per incassare la cifra. Sottolinea, inoltre, come si tratterebbe di un'autentica beffa tenuto conto che si tratterebbe di somme già tassate.

"Cosicché - incalza - l'erede riceverà alla mia morte delle riserve tassate due volte". "Personalmente - rivela Feltri - preferirei sperperare i miei averi per retribuire delle prostitute che cederli a Conte". Circostanze che, a suo avviso, non sarebbero particolarmente diverse, ma nel primo caso, a detta sua, lo porterebbero a divertirsi di più.