Almeno fino a settembre alcuni atti del comitato tecnico scientifico in relazione all'emergenza Coronavirus resteranno secretati. È quanto emerge da una sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto un ricorso del governo dopo la decisione del Tar del Lazio, su istanza della Fondazione Einaudi, a renderli pubblici. La decisione genera una critica particolarmente dura da parte dell'avvocato Carlo Taormina. Il celebre avvocato, attraverso la sua pagina Facebook ufficiale, ha diffuso un video in cui usa toni particolarmente duri rispetto all'accaduto e a quello che sarebbe contenuto in quelle relazioni che documentano i contenuti dei confronti all'interno del Comitato Tecnico Scientifico.
Tutto nasce da un'istanza della Fondazione Einaudi
Gli atti secretati sul coronavirus avevano suscitato l'attenzione della Fondazione Einaudi. Quest'ultima aveva chiesto al Tar del Lazio di esprimersi sull'opportunità che i cittadini ne potessero conoscere il contenuto. Lo scorso 22 luglio il tribunale amministrativo aveva disposto che venissero resi pubblici entro 30 giorni. Il governo ha perciò scelto di fare ricorso, ottenendo una vittoria parziale o forse interlocutoria. Fino al 10 settembre non ci sarà sicuramente possibilità di avere visione della documentazione, tenuto conto che solo in quella data il collegio del Consiglio di Stato si esprimerà. Tra circa un mese, tuttavia, non è detto che la sentenza continuerà ad essere favorevole all'esecutivo.
Atti secretati coronavirus: le gravi accuse di Taormina
L'avvocato Carlo Taorimina ha commentato in maniera dura l'accaduta. "Conte è stato capace di impugnare il provvedimento al Consiglio di Stato, impedendo di far conoscere le carte a chi le chiedeva".
Taormina ha, inoltre, posto l'accento sulla solerzia con cui si è arrivati ad un primo pronunciamento, seppur parziale, del Consiglio di Stato.
Chiara l'allusione al fatto che, in genere, la giustizia italiana non brilli per celerità in situazioni analoghe. "Nell'arco di 48 ore - incalza l'avvocato - il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta del premier e ha messo il sigillo sul segreto".
Secondo il legale si tratta di una circostanza che mette quasi in contrapposizione le varie componenti dello Stato.
"È una cosa di una straordinaria gravità, sono tutte le istituzioni che si mettono contro i cittadini".
Taormina si sbilancia, inoltre, su quello che sarebbe il contenuto dei fascicoli contenuti negli atti secretati.
"In quelle carte c'è la motivazione, addotta soprattutto dall'Istituto Superiore di Sanità, che il 31 gennaio, quando è stato dichiarato lo stato d'emergenza bisognava chiudere tutto. Il lockdown è stato fatto soltanto il 9 marzo".
"Questa - incalza Carlo Taormina - è una cosa che non si deve sapere, perché questa cosa è una cosa che manda in galera i membri del governo, a cominciare da Conte, il sistema si comporta in modo tale da poter favoreggiare i comportamenti criminosi degli organi governativi di questo Paese".