Giorgia Meloni è pronta all'appuntamento delle urne del prossimo 20 e 21 settembre. Si vota per il referendum sul taglio dei parlamentari e per le elezioni regionali. Un'eventuale performance negativa delle forze governative potrebbe avere sviluppi anche a livello nazionale. Lo sa bene la leader di Fratelli d'Italia che ne ha parlato nel corso della trasmissione Quarta Repubblica condotta da Nicola Porro.

Nell'occasione ha ancora una volta messo in rilievo il fatto che è nelle facoltà del presidente della Repubblica intervenire ove si riscontrasse troppa distanza tra la volontà popolare e quanti rappresentano i cittadini al governo.

Fratelli d'Italia partito in crescita, vorrebbe governare con Lega e Fi

Fratelli d'Italia è il partito che negli ultimi mesi, secondo i sondaggi, è cresciuto maggiormente. Anche forse a discapito della Lega. Il punto di vista del centodestra è che al momento al governo c'è un esecutivo che non è espressione della volontà popolare.

Proprio un'eventuale nuova prestazione negativa alle prossime elezioni sarebbe un'ulteriore spinta all'idea del centrodestra.

Un'idea che nasce sottolineando il fatto che oggi Giuseppe Conte sia a capo dell'esecutivo senza che, di fatto, la sua figura sia mai stata votata. "Noi - spiega - abbiamo un presidente del Consiglio che non è frutto di nessun tipo di determinazione dei cittadini italiani".

Occorre precisare che l'Italia non è una repubblica presidenziale.

Meloni segnala che Mattarella avrebbe margini per intervenire.

Giorgia Meloni offre la sua lente critica rispetto alle forze che oggi tengono in piedi il governo presieduto da Giuseppe Conte. "Nel nostro sistema l'articolo 1 - spiega - dice che la sovranità appartiene al popolo.

A casa mia significa che se io vado alle elezioni e sono il Pd, prendo il 18% dei voti dicendo che voglio combattere il Movimento 5 Stelle che, con il 32% si afferma dicendo che vuole battere il Partito Democratico. Quella roba lì non è democrazia parlamentare, quella roba lì è fregarsi il voto della gente. Si tratta di una "interpretazione estensiva della democrazia parlamentare secondo la quale il presidente della Repubblica sarebbe un mero notaio di maggioranze che esistono".

In sostanza giorgia meloni non concorda con quanti ritengono che, ad oggi, il presidente della Repubblica non abbia la facoltà di intervenire, magari con lo scioglimento delle Camere sulla base di un consenso popolare che oggi sembra avere un termometro con risultati diversi da quelli delle elezioni politiche del 2018.

A giustificare un possibile intervento di Mattarella fino a generare la fine della legislatura o magari del governo, sarebbe secondo la Meloni la volontà popolare. "Quanto te lo dicono dicono in tutti i modi, non dico che siamo di fronte ad un golpe, ma è una cosa che tecnicamente si può fare, secondo me politicamente no".